Infanta Maria Eulalia Francisca de Asis Margarita Roberta Isabel Francisca de Paula Cristina Maria de la Piedad di Borbone - Spagna. Un nome che ai più non dice molto e che a leggerlo fa quasi girare la testa. Eulalia di Borbone - Spagna è una di quelle figure che magari appaiono ai margini della storia fatta da re e regine. Non era destinata al trono lei che era l'ultima degli otto figli di Isabella II e se fosse successo (e all'epoca mai dire mai) sarebbe stato per lei un peso enorme. Eulalia, infatti, non era la principessa delle favole, non era l'incarnazione della regalità e del cerimoniale di corte.
Dalla sua figura e dalla sua storia prende le mosse questo romanzo che ci racconta con un taglio particolare la vita di questa principessa che principessa non voleva essere. Prima viene la sua balia, Alma, la nodriza. Alma approda a Palazzo perché ha da poco avuto un bimbo, l'unico sopravvissuto dopo una lunga serie di aborti. Tomás è un grosso bimbo sano e questo le dà il biglietto di accesso al mondo della famiglia reale di Spagna. I Borbone. Sul trono l'unica regina regnante della storia di Spagna, Isabella II, un donnone imponente che con mano ferma governa il paese e la sua famiglia. Alma ci racconta i suoi anni a Palazzo, stretta tra invidie e pettegolezzi, tra un cerimoniale rigido e l'amore profondo che presto prova per queste piccole principesse tutte boccoli e occhioni.
Poi la scena cambia. Gli anni passano e l'autrice ci porta finalmente nelle vite di Tomás e di Eulalia. Libraio per caso lui, Infanta inquieta lei, stretta in un matrimonio con un cugino di primo grado che mal tollerava.
Il libro della Acevedo ha il grande pregio di presentarci non solo una figura conosciuta fino ad un certo punto, ma soprattutto quello di parlarci di una donna che, pur essendo nata e vissuta a cavallo tra '800 e '900 è attuale e moderna, anticipa molti concetti e aspetti della società che troveremo solo molto più avanti. Il femminismo, la parità di diritti, l'abolizioni di caste e privilegi. Se a questo aggiungiamo che si tratta di un'Infanta di Spagna, nipote, figlia e sorella di re e regine, imparentata con mezza Europa, capirete la particolarità di questa donna, che diede alle stampe diversi libri in cui dichiarava il malsano che vigeva sui troni d'Europa.
Tuttavia non siamo davanti ad un trattato storico o ad un saggio. Tra queste pagine Eulalia e Tomás prendono vita e diventano protagonisti di una storia intensa. Sembrano due persone molto distinti tra loro eppure il destino li porta a trovarsi ma soprattutto a ritrovarsi, fino a diventare non un'Infanta e il suo fratello di latte, ma solo un uomo e una donna che a braccetto gironzalo per i quartieri di L'Avana o per i padiglioni dell'Esposizione Universale di Chicago.
Di questo romanzo mi sono piaciuti molti aspetti: la fluidità del racconto, i vari piani narrativi che si intrecciano, le figure forti e particolari dei protagonisti, la denuncia stessa che Eulalia fa del sistema dinastico spagnolo, il suo guizzo quasi rivoluzionario...
"Combattono per la loro libertà" aveva sospirato una sera, sul ponte. "Perché non dovrebbero averla?". Non si era nemmeno curata di guardarsi intorno prima di aprire bocca, per assicurarsi di essere soli.