Buongiorno a tutti e bentrovati, voglio dedicare la puntata di oggi a chi, come me, trova sempre rifugio in un bel libro (per l’anno 2018 sono arrivata a quota 30, e voi a che punto siete?) Ve ne suggerisco uno che è da poco presente nelle librerie italiane e che merita decisamente attenzione.
Si intitola La ragazza del convenience store (per acquistarlo cliccate a questo link) ed è opera della scrittrice giapponese Sayaka Murata. La protagonista è Furukura Keiko, una commessa di 36 anni che ha trascorso metà della su vita a lavorare in un cosiddetto konbini, un piccolo negozio aperto h24 che è diventato il fulcro della sua esistenza. Il tono sommesso con cui Murata ci fa strada nella vita di Keiko rende ancora più spaventoso ciò che pagina dopo pagina scopriamo delle abitudini e della personalità della sua protagonista.
Keiko afferma di apprendere il modo di parlare e gesticolare per emulazione convinta che “influenzandoci l’un l’altro preserviamo il nostro status di esseri umani”. Keiko non si arrabbia mai nonostante la carenza di personale del konbini la costringa a darsi un gran da fare e a risolvere problemi che non spetterebbe a lei e alle sue colleghe affrontare.
Quell’andare incontro alle esigenze altrui le procura un certo sollievo. “Ho svolto alla grande il mio ruolo di normale essere umano – penso mentre osservo l’espressione compiaciuta sul viso delle mie colleghe“. Poi ci rivela che non è sempre stato così. Prima del konbini, ai tempi del liceo, era stata una ragazza solitaria e senza amici, chiusa in un mutismo patologico che l’aveva resa tutt’altro che “normale” agli occhi degli altri.
Grazie al lavoro al konbini aveva persino cominciato a partecipare alle rimpatriate con i vecchi compagni di scuola.
“Il konbini è un luogo che si regge sulla normalità, un mondo dove tutto ciò che è anomalo e inconsueto deve essere rimosso. Una volta che l’elemento di disturbo è stato eliminato i clienti tornano al loro caffè e ai loro dolcetti come se non fosse successo niente”
Ciò nonostante Keiko avverte i pregiudizi altrui e le preoccupazioni della sua famiglia. A 36 anni i suoi amici, o presunti tali, si aspetterebbe da lei un fidanzato, un appartamento più grande e un avanzamento di carriera. Orologio biologico, ambizioni, test di ammissione, vite solitarie: chi può dire di non essersi mai trovata al suo posto?
“La società moderna finge di mettere al centro del mondo l’individuo, ma in realtà tutti quelli che non si adeguano alle norme sono scartati, neutralizzati e messi al bando, senza alcuna pietà! Devo guarire, se non voglio essere allontanata dalla grande tribù delle persone normali“, si dispera Keiko.
L’antidoto si chiama Shiraha, un nuovo commesso del konbini che è il suo esatto contrario: svogliato, negligente e strafottente. Viene licenziato poche ore dopo ma Keiko deciderà che è la persona giusta per aiutarla a preservare la sua normalità. Non vado oltre perché non voglio negarvi il piacere di scoprire le mosse di questa donna che non ha niente che non vada e che agisce come se avesse veramente qualcosa da perdere ad eccezione del suo preziosissimo lavoro.
Ho amato La ragazza del convenience store perché è una lettura scorrevole, originale e dirompente. Credo che sia un romanzo universale poiché ci aiuta a ragionare sui limiti della nostra società, sulle aspettative legate al ruolo della donna e sulla continua stigmatizzazione del diverso.