(...) Il terzo e ultimo consiglio per gli acquisti risulta legato alla penna di Luca Poldelmengo, che per la collezione Sabot|Age delle Edizioni E|O è tornato sugli scaffali, dopo aver pubblicato Nel posto sbagliato e I pregiudizi di Dio, con Negli occhi di Timea (pagg. 208, euro 16,50), secondo e ultimo capitolo del dittico sulla Red: un’unità speciale di polizia della quale pochissimi conoscono l’esistenza in quanto si muove al di fuori della legalità. A fronte di una squadra segreta fondata dal professor Luca Basile (che strada facendo uscirà da una lunga depressione a seguito della morte violenta della compagna) e capitanata da un detective dal passato difficile (il cinico commissario Vincent Tripaldi).
Si tratta di una équipe - per maggiore chiarezza - che “usa l’ipnosi per estrarre dalle menti di ignari cittadini informazioni che loro stessi non sanno di possedere”. Ed è appunto Tripaldi, ora un ex commissario ricercato, a proporsi al lettore a fronte di tutti i suoi problemi personali: un uomo diviso fra l’amore per il gemello Nicolas e un forte desiderio di vendetta.
Cosa è successo è presto detto: dopo un anno trascorso in Albania per evitare un arresto legato al fatto di essere stati risucchiati in un gioco di potere più grande di loro, Vincent e suo fratello rientrano clandestinamente in patria, dove decidono di affrontare, separatamente, il loro destino. Così mentre Nicolas si darà da fare per far evadere Sara Mancini, una ex collega ispettrice (già membro della Red) che fra le mura del carcere è diventata mamma, Vincent cercherà invece vendetta nei confronti del premier Mattia Manera e del professor Basile. Gli uomini che, pur di assecondare i loro giochi di potere, lo hanno strappato per sempre dal suo lavoro e dai suoi affetti, costringendolo persino a uccidere. E per metterli in croce, metaforicamente parlando, Vincent ha in mente un piano che lo costringerà a enormi compromessi rispetto alla sua coscienza, tanto da non parlarne nemmeno al fratello.
Sta di fatto che la clandestinità dei due gemelli sarà messa a rischio proprio dalla loro ex squadra, la Red appunto, che preleva sistematicamente ignari cittadini e ne setaccia gli inconsci per usarli alla stregua di telecamere di videosorveglianza umana al solo scopo di catturarli. Risultato? Sullo sfondo di un intrigo che coinvolge i massimi livelli istituzionali e criminali, oltre a ruotare attorno a un traffico internazionale di rifiuti, verrà perpetrata una sanguinosa strage alla quale assiste una sola testimone, Timea, una bambina orfana di appena cinque anni. Ma chi è Timea? Da dove viene? Cosa ci faceva lì? E, soprattutto, cos’hanno visto i suoi occhi?
Che dire: un intricato lavoro dove si muovono strani personaggi, dal mafioso albanese al governante del Supremo, dal politico all’ex premier, dai mercenari alla direttrice di rete. Fermi restando quattro morti di troppo. E una non facile soluzione. Con un interrogativo che ci portiamo al seguito dal precedente romanzo: quante e quali libertà personali siamo disposti a sacrificare in nome di una presunta sicurezza collettiva? Il tutto a fronte, come ha avuto modo di commentare Giancarlo De Cataldo, di “una scrittura affilata e nerissima che disegna una lucida mappa del lato oscuro” del nostro vivere quotidiano.
Detto questo, brevi note su Luca Poldelmengo, nato a Roma nel 1973, di professione sceneggiatore. Il quale, nella narrativa di settore, aveva debuttato nel 2009 con Odia il prossimo tuo, edito da Kowalski, finalista dell’Azzeccagarbugli nonché vincitore del Premio Crovi opera prima, per poi tornare in libreria tre anni dopo con L’uomo nero (Piemme), a sua volta tradotto in Francia nonché finalista dello Scerbanenco. Così come finalista dello stesso premio sarebbe stato, nel 2014, il citato Nel posto sbagliato.