Fidanzati dell'inverno, romanzo noto ai più, paragonato a Harry Potter e Alice nel Paese delle Meraviglie, un prodotto riuscito. Vi porto la mia esperienza con il romanzo dalle tinte fantasy, pubblicato da Edizioni e/o.
Ho atteso un po' a immergermi in Fidanzati dell'inverno e nel mondo creato dalla Dabos. Quando l'ho fatto, è stata una rivelazione.
Inizio col dire che non ne conoscevo la trama, iniziando a leggere del tutto inconsapevolmente di quello in cui mi sarei imbattuta. Scelta da un lato azzeccata, dall'altro meno.
Ma andiamo come sempre con ordine, partendo da qualche cenno al contenuto.
Ofelia è una lettrice, giovane abitante dell'arca Anima, è studiosa, un po' goffa e gestisce il museo della città in cui vive. E' promessa a Thorn, un uomo di Polo, altra arca delle ventuno nelle quali si compone il mondo propostoci dall'autrice francese. Appena i due si incontrano, la giovane vede in lui ciò che di peggio si immagina: maleducato, scontroso, irascibile e all'apparenza per nulla interessato a lei. L'aspetto peggiore è che i due si metteranno in viaggio per Polo, costringendo Ofelia a lasciare la sua famiglia e l'amata Anima. Ben presto però la giovane lettrice intuirà che il trasferimento è l'ultimo dei suoi problemi.
Appena mi sono immersa in Fidanzati dell'inverno, la prima impressione è stata di immenso fascino. Ero presa dal personaggio di Ofelia, dalle atmosfere e dalla trama che si infittiva già dal secondo capitolo. I contenuti del romanzo di Edizioni e/o attraggono qualsiasi amante del genere. Ci sono oggetti magici, poteri peculiari, scelte di ambientazioni originali. Il primo punto a favore di Fidanzati dell'inverno è l'originalità. Nonostante debba reggere il paragone con classici del genere, la Dabos è riuscita a non cadere nella trappola di offrire ai suoi lettori vicende scontate e già viste (infatti devo dire che non ho, se non in parte, colto molto il paragone, soprattutto con Harry Potter).
Proprio sulla trama però ho da fare la prima critica: se all'inizio la confusione che si ha leggendo è giustificata, dopo aver passato la metà del libro, per niente. La sensazione che ho avuto fino alla fine del romanzo, è stata di non capire (o capire poco) il contesto spazio - temporale. Si intuisce che ci sono diverse arche, ma ho trovato complesso collocarle dal punto di vista pratico. Tuttavia, se nel romanzo si incontrano in effetti brevi cenni a come sono fatte, i marcatori temporali sono quasi del tutto assenti. Ex post e avendo letto la trama, ho dedotto che probabilmente ci troviamo in un possibile futuro.
Prima di procedere con i temi più discussi del romanzo, trattiamo i personaggi, in particolare Ofelia e Thorn.
Ofelia mi è piaciuta molto. Lasciamo da parte i poteri da lettrice, secondo me è bello scoprirli pagina dopo pagina. Sebbene subito appaia la classica protagonista femminile un po' goffa, spesso malata (le cola di continuo il naso), poco incline a imporsi, si ravvisa il contrario. Leggendo qua e là qualche recensione, ho notato che non è ben vista, proprio per queste sue caratteristiche apparse comuni alle solite protagoniste di recenti Young Adult di dubbia qualità. Io credo invece che ci sia una fondamentale differenza: in Ofelia sono veri e propri tratti caratteriali. Lei è esattamente così, non un espediente letterario che aiuta la scrittrice a creare situazioni, tra le più gettonate tratteggiare la protagonista il più debole possibile perché possa essere salvata dal belloccio della situazione.
Anche perché parliamoci chiaro, Thorn è l'esatto opposto del ragazzo belloccio, popolare, che attira insomma. Thorn è un moderno Heathcliff, dal passato doloroso, introverso e scontroso. Tra i due non c'è il benché minimo interesse amoroso, ma nascerà un sentimento di reciproco rispetto. E' una coppia diversa da tutte, forse più vicina ai romanzi classici. L'autrice mette da parte l'amore a tutti i costi e sposa la relazione basata sulla verità, con annessi lati oscuri.
Se la coppia di protagonisti mi è piaciuta molto, i personaggi secondari un po' meno, anche se ammetto essere ben descritti, semplicemente non mi ci sono affezionata.
Passando ai temi più discussi, quello sulla bocca di tutti è la considerazione della figura femminile. In molti hanno criticato l'atteggiamento misogino perpetrato dalla maggior parte dei personaggi. In effetti la figura femminile è fortemente maltrattata e spesso poco considerata. Devo però spezzare una lancia a favore di Thorn, quello più criticato per l'atteggiamento poco rispettoso nei confronti di Ofelia.
Credo sia parte dell'essenza di Thorn il sentirsi superiore e dobbiamo precisare che lui si sente superiore a tutti, non solo nei confronti di Ofelia perché donna. Credo non ci faccia caso granché. E' un personaggio che crede fortemente nella divisione in caste e ritiene Ofelia inferiore a lui a prescindere per l'estrazione sociale e non per il genere.
Pensiamo inoltre che nonostante siamo in un possibile futuro, è come se fossimo tornati indietro al 1800, sia nell'abbigliamento, nei modi, sia nella mentalità.
Altro tema che guida il romanzo è quello dell'illusione, a mio avviso ben sviluppato. La giovane lettrice non può fidarsi di nessuno, si trova immischiata in una rete di verità nascoste e inganni che in effetti potrebbe ricordare la tana del Bianconiglio per complessità. Da ogni parte verso cui si volta c'è un sotterfugio e per lei sarà di vitale importanza contare solo su sé stessa.
Fidanzati dell'Inverno è un romanzo che ha poco del comune fantasy per ragazzi. Come dice Le Monde è adatto anche e soprattutto a lettori più navigati. Aspetto il secondo e spero possa fugare alcuni miei dubbi.