Questo libro mi ha incuriosito da subito, quando ancora era solo un titolo tra i tanti che sarebbero usciti a fine agosto. Non ho potuto rimanere indifferente né alla cover, né alla trama che si rivelava particolare ed intrigante. Il mio fiuto non si è sbagliato, sto diventando molto brava nella scelta!!! Ecco il mio pensiero su questo affascinante libro.
Quante volte si parla di immortalità? Quante volte avete pensato a quanto sarebbe bello poter vivere per sempre?
Tom, il protagonista di questo libro, in realtà non è immortale ma ci arriva molto vicino. Dimostra quarant'anni ma ne ha più di quattrocento a causa di una sindrome che lo porta ad invecchiare molto lentamente. Ha superato guerre, epidemie, avvenimenti storici e letterari importanti ma ha anche visto invecchiare e poi morire molte persone che conosceva e a cui teneva.
Ha dovuto subire la diffidenza della gente e si è trovato spesso a dover scappare dai luoghi in cui viveva per evitare che le persone a lui care venissero perseguitate per causa sua.
Da un'idea meravigliosa di immortalità, ad una realtà fatta di mancanze e disperazione il passo è breve.
Grazie a questa storia che l'autore ci porta per mano in un lungo viaggio, che parte dal 1581 - anno della nascita di Tom - e arriva fino ai giorni d'oggi. È proprio grazie a Tom che noi conosciamo la sua storia, perché lui parla spesso con il lettore e lo rende partecipe dei suoi drammi. Già nell'incipit la situazione è subito chiara:
Sono vecchio.
È questa la cosa fondamentale che ho da dirvi. Quella che vi risulterà più difficile da credere. A vedermi, probabilmente mi dareste una quarantina d'anni, ma vi sbagliereste di grosso.
Sono vecchio come può esserlo un albero, una vongola artica o quahog che dir si voglia, un quadro del Rinascimento.
Per darvi un'idea: sono nato oltre quattrocento anni fa, il 3 marzo 1581, nella camera da letto dei miei genitori, al terzo piano di un piccolo chateau francese che un tempo era casa mia.
Tom in più di quattrocento anno attraversa il tempo ma anche lo spazio, si sposta dalla Francia a Londra, New York, poi in Islanda, in Australia, in un viaggio interminabile in cui i paesaggi cambiano, le abitudini evolvono ma, nonostante tutto, in cui ancora il mondo non sembra essere pronto ad un uomo come lui. Rivelare al mondo la propria condizione è un pericolo. Essere etichettato come pazzo è un attimo. È per questo che deve spesso cambiare vita. È per questo che non può permettersi di innamorarsi o di affezionarsi alle persone che incontra.
Nel presente Tom è un insegnante di storia. Chi meglio di lui può raccontare come sia cambiato il mondo? Chi meglio di lui può parlare di guerre cui ha partecipato in prima persona? Chi meglio di lui può narrare le vicende di personaggi famosi che ha conosciuto e con cui ha addirittura lavorato?
È in questo clima di ricordi, con dei flashback che portano il lettore avanti e indietro nel tempo, che ci viene raccontato di Shakespeare, di Francis Scott Fitzgerald, di Hitler, della peste. È in questo clima che il lettore non può esimersi dall'affezionarsi a Tom, questo giovane vecchio che sente sulle spalle il peso di tutti i suoi anni ma che è rinchiuso in un corpo che non lo rappresenta.
La narrazione è molto fluida, il ritmo del romanzo spedito e la voglia di continuare a leggere per scoprire chi Tom incontrerà e da chi dovrà fuggire aumenta con lo scorrere delle pagine.
Un libro che non vi lascerà indifferenti e che vi porterà dentro la storia quasi intrappolandovi proprio come ne è intrappolato il protagonista.