Il Giappone è una nazione ricca di contraddizioni. Da un lato probabilmente solo in questo paese esiste il fenomenoLa ragazza del convenience store del karoshi, termine che letteralmente significa “morte per troppo lavoro”: lavoratori che arrivano a fare cento ore di straordinari al mese, dormono rannicchiati sotto le scrivanie, con conseguenti livelli di stress che portano al suicidio o alla morte per attacco cardiaco. All’opposto, sempre in Giappone, esiste il fenomeno degli hikikomori: ragazzi che, incapaci di reggere il peso delle aspettative della famiglia e della società, si chiudono in stanze di pochi metri quadri senza uscire per anni. Proprio in questo mondo di contrasti è ambientato il romanzo La ragazza del convenience store, di Murata Sayaka, edizione e/o.
Murata Sayaka è una delle scrittrici più promettenti del Giappone. La ragazza del convenience store ha venduto 700.000 copie in patria e sta già ricevendo l’apprezzamento della critica italiana. Protagonista è la trentaseienne Furukura Keiko: una ragazza strana e introversa, che causa preoccupazione nei genitori e sospetto nella società. Furukura non ha mai capito cosa non andasse in lei, ma pur di adeguarsi alle aspettative del mondo, decide di abbandonare l’università e di iniziare a lavorare in un convenience store aperto 24/7.
La ragazza del convenience storeE la conosciamo proprio fra le corsie del konbini, dove è impiegata part-time ormai da diciotto anni: la commessa più longeva della storia del negozio. Eppure Furukura non è riuscita a placare l’angoscia dei famigliari e le maldicenze dei conoscenti: tutti le augurano di trovare un lavoro più redditizio, di sistemarsi e mettere su famiglia. Ma La ragazza del convenience store è felice e soddisfatta così: le sta bene potersi permettere con il suo scarno stipendio a malapena un monolocale, e stanca e soddisfatta quando arriva a casa la sera e sente ancora nelle orecchie la musica del konbini. Come una vestale si è consacrata al suo lavoro, ne rispetta le regole in maniera ossessiva, cerca di essere la migliore commessa possibile. Ma qualcuno la attende dietro l’angolo: riuscirà prima o poi ad abbandonare il suo konbini?
Un romanzo dolce e delicato, prettamente femminile, che però affronta temi importanti. La ragazza del convenience store ci porta a riflettere profondamente sulle convenzioni sociali: quando siamo ingabbiati dalle sovrastrutture imposte dalla nostra cultura e quando realmente liberi di vivere come vogliamo? La normalità esiste veramente?
Un romanzo solo all’apparenza semplice, ideale per chi ama Banana Yoshimoto!