Ha quasi dieci anni di vita ma varca soltanto ora i confini del nostro paese questo fiammeggiante romanzo della scrittrice e giornalista politica sudafricana Karin Brynard.
Scritto in afrikaans nel 2009, Terra di sangue è stato ampiamente sfrondato - pur conservando oltre 500 pagine di mole - prima di essere tradotto in inglese 5 anni più tardi e uscire in italiano quest'estate, nell'ottima traduzione di Silvia Montis per i tipi di e/o. Ed è un bel regalo che disvela il talento di un'autrice capace di padroneggiare con sicurezza le tecniche del noir e del thriller (dall'intreccio al ritmo, fino al colpo di scena finale) andando tuttavia ben oltre i confini del genere per costruire una storia che incrocia la Storia, con particolare attenzione al Sudafrica «profondo» del post-apartheid.
Un Paese nel quale il filo della violenza non si è mai spezzato, continuando piuttosto a intridere di sangue la terra su cui bianchi e neri (ma anche boscimani e altri gruppi etnici) cercano di ricostruire una qualche forma di convivenza sociale, schiacciati fra rivendicazioni socio-economiche e difesa a oltranza di antichi privilegi.