Dice bene De Cataldo a introdurre Negli occhi di Timea parlando di mappa del lato oscuro, dove tutto pare annegato nel male. Poldelmengo, dopo Nel posto sbagliato, ripercorre la tragica saga dei gemelli Tripaldi riportandoli in scena. Ancora una volta in un noir apparentemente contemporaneo ma che si veste di fantascienza per una torbida storia con i coprotagonisti che sembrano i cloni degenerati del nostro complicato e difficile presente, costretti a vivere in una in una città, o meglio in una futuristica metropoli, che pare l’anticamera dell’inferno, avvolta dalle tenebre e popolata da dannati che possono solo sognare la luce. Pensano di essere arrivati a vedere la luce, a vivere un migliore futuro, ma sarà una pericolosa luce che poggia sui superstiti membri della Red. La Red già, la segretissima squadra della polizia inventata e sfruttata senza scrupoli. Una squadra che detiene il potere di reperire ovunque le chiamate dei cellulari e che usa l’ipermnesia, un artificiale sistema d’ipnosi, per estrarre dalla memoria dei cittadini tutte le informazioni che loro stessi non sanno di possedere. Perché questa Red, che opera per conto del primo ministro del paese, si serve di una macchina che trasforma in ologrammi i ricordi, le sensazioni e registra anche i suoni e gli odori dei testimoni di ogni delitto o POV (point of view). Ma quante libertà personali bisogna sacrificare in nome di una presunta sicurezza collettiva? Quali sono le regole che non bisogna assolutamente violare? Che prezzo bisogna pagare per la giustizia. È passato un anno da quando i gemelli omozigoti e quindi identici Vincent e Nicolas Tripaldi sono stati costretti a fuggire in Albania per scampare all’arresto. Con Vincent, che allora era a capo della Red, erano stati coinvolti e quasi distrutti da uno spietato gioco di potere più grande di loro. Ora sono rientrati clandestinamente in patria, con una missione e pronti a andare incontro al proprio destino. Nicolas, pur ancora in guerra con i suoi demoni, vuole ritagliarsi una parte da eroe e far evadere Sara Mancini, loro ex collega che è diventata mamma tra le grigie mura del carcere. Vincent invece è disposto a tutto, spinto dal desiderio di vendetta nei confronti del nuovo premier Mattia Manera e del Professor Luca Basile, l’inventore del POV, i due strani alleati che, per i loro giochi di potere, sono arrivati a fare tabula rasa intorno a lui e a uccidere, privandolo per sempre dal suo lavoro e dei suoi affetti. Ma il piano di Vincent, duro e feroce, chiede molto sangue e tali compromessi con la coscienza da spingerlo a tenerne all’oscuro persino il fratello. Ma i Tripaldi sono sempre sotto tiro e la segretezza della loro presenza è continuamente messa a rischio dai superstiti della Red, che nel tentativo di arrestarli continuano a prelevare tutti coloro con i quali potrebbero entrare in contatto, servendosene senza scrupoli, come fossero delle telecamere di videosorveglianza. Sul palcoscenico dello spaventoso complotto istituzionale, un intrigo orchestrato da criminali, italiani e non e che ruota intorno al traffico internazionale di rifiuti, viene commessa una sanguinosa strage alla quale sopravvive un’unica testimone, Timea, una bambina di cinque anni. Chi è Timea? Da dove viene? Cosa ci faceva là, con Dingo, il suo coccodrillo di peluche? Ma soprattutto cosa hanno visto i suoi occhi? Ciò che la piccola ha visto scoperchierà il vaso di Pandora, trasformandosi in una causa scatenante di incontrollabili e terribili conseguenze? Ritmo scandito in modo molto cinematografico per un romanzo rigorosamente noir, privo di consolazione, intrigante e veloce che si avvale di un’atmosfera rarefatta per una storia cupa, tormentata. Da leggere.