Primo volume della saga Quartetto ottomano, Ahmet Altan traccia un affresco del tramonto dell’Impero ottomano in un grande romanzo storico.
Il libro si apre con l’elenco dei personaggi principali e si chiude con un glossario. Altan fa raccontare a Osman, un uomo che vive nella Turchia dei nostri giorni, le vicende della sua famiglia nella seconda metà dell’Ottocento, che si intersecano alle vicende storiche.
I paralleli con l’attualità turca sono inevitabili, non fosse altro perché Altan è in carcere, condannato all’ergastolo per le proprie opinioni.
Mentalità opposte, Oriente e Occidente, società oppressa che non ce la fa più, la corte del Sultano, i moti rivoluzionari, un grande impero in decadenza. Una donna bellissima, i suoi matrimoni, la sua sensualità, la scoperta del sesso.
I rapporti fra il Sultano e i suoi Pascià, la difficoltà di chi cresce fra due mondi tanto diversi fra loro, la condizione delle donne, la religione, l’ipocrisia, le vendette, gli accordi, i tradimenti, l’amicizia e molto altro vengono confezionati in un romanzo che ci permette di conoscere aspetti di un mondo lontano dal nostro, che riserva delle sorprese.
Si susseguono i capitoli che raccontano vicende personali dei protagonisti e vicende più storiche.
La lettura è coinvolgente, la descrizione dei quartieri di Istanbul precisa e accurata, le vicende personali dei protagonisti ce li svelano nelle loro debolezze e nelle loro capacità.
Un romanzo da leggere per conoscere un mondo affascinante e tragico.