Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

«Qual è la via del vento» di Daniela Dawan

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: SoloLibri
Data: 28 agosto 2018
URL: https://www.sololibri.net/Qual-e-la-via-del-vento-Dawan.html

La Libia ha una storia che si intreccia da oltre un secolo con quella italiana, e oggi il rapporto con quel paese africano è di particolare attualità, data la situazione internazionale e l’esodo biblico dei migranti verso le coste del nostro paese. L’avvocato Daniela Dawan, nata e vissuta a Tripoli fino a dieci anni, ci racconta in questo bel romanzo, “Qual è la via del vento” (edizioni e/o, 2018), la vicenda, forse in parte autobiografica, che coinvolse nel 1967 i tanti italiani libici costretti, in seguito alla guerra arabo israeliana, a lasciare precipitosamente quello che consideravano il loro paese.

La famiglia protagonista del romanzo è ebrea e contro gli ebrei in modo violento ed indiscriminato si era scatenata una furibonda caccia all’uomo di cui la stessa influente famiglia di Ruben e Virginia Cohen, con la loro figlia Micol, sarebbero stati presto vittime. Loro si nasconderanno insieme ai genitori di Virginia, Ghigo e Vera Asti, presso la famiglia di Ruben, in attesa di fuggire definitivamente a Roma, grazie all’aiuto dell’amico arabo, Ali, influente membro del governo di re Idris, e dopo al servizio di Gheddafi, che fornirà loro i visti per espatriare.
La prima parte del libro racconta la storia privata della famiglia Cohen, la perdita della primogenita Leah, di cui non si può parlare, il disorientamento della piccola Micol, fragile, timida, emarginata in classe perché ebrea, mal tollerata dalle stesse suore italiane di cui frequenta la scuola. Dopo la drammatica fuga in Italia, abbandonando tutto, lavoro, soldi, proprietà, memorie, la famiglia Cohen a Roma vive male, e presto l’amato padre, Ruben, depresso e incapace di crearsi una nuova vita, muore ancora giovane.

La storia riprende molti anni dopo, nel 2004. Micol è diventata un’avvocato e si è affermata nella professione, anche se la sua vita sentimentale non ha avuto sviluppi: è sola, crede di essersi lasciata alle spalle la sua difficile infanzia, ed è stupita quando viene contattata da un gruppo di vecchi esuli ebrei che la invitano ad un viaggio a Tripoli: forse esiste la possibilità di ipotetici risarcimenti, visto che il governo di Gheddafi sembra richiedere un avvicinamento con il mondo occidentale.
Il viaggio nei luoghi della memoria è la parte più poetica del romanzo, piena di suggestioni, di profumi, di miraggi, di memorie sepolte sotto la sabbia portata dal ghibli, in una Tripoli ormai irriconoscibile, da città coloniale con la toponomastica italiana a capitale islamica sotto la dittatura del colonnello Gheddafi.

Tutto da leggere questo romanzo che ci riporta a storie troppo frettolosamente dimenticate, ad atmosfere che appartengono alla metà del secolo scorso ma che suscitano interrogativi inquietanti sulla nostra attualità politica. La Libia colonia italiana, la Libia delle grandi costruzioni volute dal fascismo, il rapporto tra arabi ed ebrei, l’identità degli ebrei italiani emarginati dagli italiani cattolici, una serie di conflitti non tutti noti, emergono nelle pagine di “Qual è la via del vento”, romanzo insolito per l’ambientazione e per la caratterizzazione di personaggi originali: Micol, prima bambina miope e sovrastata dal mito della sorella morta, Micol adulta irrisolta, Micol alla ricerca della parte più segreta di sé, Micol protagonista di una commovente vicenda familiare.
Daniela Dawan è un’esperta giurista penale, ma qui le sue parole sono quelle di una persona dotata di rara sensibilità umana, che le consente di raccontare senza retorica una vicenda dolorosa, che ha coinvolto molte migliaia di italiani, di cui molto poco si ricorda.