Romanzo vincitore del prestigioso premio Ōe Kenzaburō.
Salima è una rifugiata africana costretta a lasciare il proprio paese insieme a marito e figli. Sayuri è giapponese, ha da poco avuto una bambina e sogna di scrivere un libro. Le loro vite si incrociano in Australia, dove entrambe cercano una difficile integrazione che passi, prima di tutto, attraverso la ricerca di un linguaggio comune, di quell’inglese che permetta loro di entrare in contatto col mondo circostante. Nulla in questa ricerca è scontato, poiché Salima è analfabeta e Sayuri si sente continuamente in difetto, e alle due donne si presenteranno molte difficili prove. Poco alla volta e traendo coraggio l’una dall’altra, le protagoniste dovranno imparare a fronteggiare la vita nel nuovo continente. Le sosterranno la loro intelligenza e la loro determinazione, oltre a una casalinga italiana, un camionista dal cuore tenero, un’acuta insegnante di inglese, un professore di scrittura creativa, personaggi indimenticabili dalla grande umanità.
Questa è tra le pubblicazioni più recenti quella che mi incuriosiva di più, che sembra fuoriuscire dai canoni più tradizionali della letteratura giapponese contemporanea con una storia decisamente ad ampio respiro.