La storia ha come protagonista Abdel Nasser, un giovane capo studentesco figlio della nobiltà tunisina. Le sue origini sono arabe e turche ed è soprannominato “L’Italiano” per via dei suoi tratti eleganti, oltre che per il suo fascino. Abdel Nasser incontra poi, proprio durante una lotta studentesca, Zeina, brillante e affascinante studentessa di filosofia, dura e indipendente. Fra i due scoppia subito un amore forte e testardo che li spingerà ad iniziare la loro storia, infischiandone dei tumulti del loro paese. Il libro racconta la loro storia d’amore attraverso gli occhi del loro amico più fidato. Facendoci così immergere appieno nella Tunisia pre e post Ben Ali segnata dalla caduta degli ideali e dalla crescente corruzione simil-Egitto.
Shukri al Mabkhout con “L’Italiano” riesce a riportarci indietro nel tempo e nei pensieri. Vediamo una Tunisia ritratta ad arte con il suo popolo che effettuerà una vera e propria rivoluzione culturale, stavolta, però, al negativo. Con il crollo dell’era Bourghiba, infatti, svanisce per sempre il sogno dei leader contemporanei a Nasser. Per i paesi arabi ed in particolare per la Tunisia è uno shock troppo grande che porterà poi ad una vera e propria resa morale e un annullamento totale degli ideali politici. L’opera di Al Mabkhout ci mostra anche la passione tunisina nella politica e in particolare nella sua idea di sinistra, ormai cosa d’altri tempi.
La storia d’amore si fonda alla perfezione con il contesto, dando al tutto un’atmosfera simile a “Grande Cinema Paradiso” di Tornatore, quell’aria malinconica di un tempo ed un’ingenuità che è finita e che non potrà tornare più. Fortemente consigliato, probabilmente uno dei migliori libri tunisini del nostro secolo, vincitore nel 2015 del International Prize for Arab Fiction.