Un forum per misurare la temperatura dell'editoria italiana, in una stagione politica e sociale molto particolare del nostro Paese, a partire dal più importante, il più combattuto, il più prestigioso dei premi letterari italiani: lo Strega, il Palio della nostra letteratura, dove tutto sembra scritto sin dall'inizio, e tutto può succedere fino all'ultimo.
Lo abbiamo organizzato nella redazione dell'Espresso, coinvolgendo alcuni nomi che conoscono a fondo lo stato della nostra letteratura, ma che non sono direttamente coinvolti in questa edizione del Premio: la scrittrice Elvira Seminara, il critico Alberto Asor Rosa, lo scrittore Paolo Di Paolo, l'editore Gian Arturo Ferrari, oggi consulente del Gruppo Mondadori, e per anni al suo vertice.
Dalla qualità letteraria dei libri in gara («non credo che ci sarà nessuno, tra gli autori di quest'anno, che replichi l'incredibile successo dell'anno scorso di Cognetti, che ha venduto 300 mila copie», ha detto Ferrari), alle strategie in corso per arrivare sul podio («Le telefonate che impazzano, le email: è una vera campagna elettorale», Di Paolo), dai criteri di voto alla pressione del mercato, il dibattito ha interessato molti aspetti della competizione. Con momenti accesi quando il confronto ha riguardato le piccole case editrici («sono rimaste le ultime a fare ricerca sulla lingua. E spesso non hanno energie e budget per partecipare al premio», Seminara) e lo strapotere delle grandi: da Mondadori a Einaudi, vincitore di 3 delle ultime 4 edizioni. Ma si è ragionato anche del ruolo dello scrittore rispetto all'attualità, della sua crisi come figura pubblica («La difficoltà degli scrittori è parte di una difficoltà del mondo intellettuale in generale», Asor Rosa).
Chi vincerà? Sarà finalmente l'anno di una scrittrice (l'ultima donna premiata è stata Melania Mazzucco, nel 2003)? A chi andranno i voti degli esclusi? Quali alleanze si stabiliranno, e quali logiche - di gruppo, di marchio?- alla fine prevarranno?
In attesa del 5 luglio quando, al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma, sarà scelto il vincitore, abbiamo rivolto la domanda direttamente ai cinque finalisti. Chiedendogli di giocare con noi. E, tra un rito scaramantico e l'altro, di darci il loro pronostico. Il servizio integrale sull'Espresso in edicola domenica 1 luglio.
HELENA JANECZEK, La ragazza con la Leica, Guanda
“Non so davvero chi vincerà. Ma ho dedicato il mio libro a una ragazza che ha creduto a una vittoria sempre più difficile lottando con il sorriso sulle labbra. Gerda Taro è stata travolta da un carro armato, io non mi farò neanche un graffio. Sono pronta a spendermi subito per altri obiettivi, comunque vada a finire”.
MARCO BALZANO, Resto qui, Einaudi
“Fatta la più ovvia delle premesse, cioè che non mi dispiacerebbe vincere, sarei contento se prevalesse Lia Levi”.
SANDRA PETRIGNANI, La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, Neri Pozza
“Ci si augura che vinca una donna. Ci si augura che vinca finalmente un editore indipendente. Perché non il mio libro, allora? Non sarebbe male se così rivincesse anche una grande scrittrice che nel ‘63 s’aggiudicò uno Strega tra i più duraturi e popolari”.
LIA LEVI, Questa sera è già domani, Edizioni e/o
“Quasi sempre la realtà per rappresentarsi ha bisogno dell’immaginazione, insomma il romanzo può essere più vero del vero, ma non sempre. Se vi scrivo “vincerò io lo Strega di quest’anno” tranquilli, ve lo dico da romanziera. Vi assicuro che così è più bello, sono libera di metterci tutti i particolari che voglio compreso il trasferimento sulla mia testa della corona della Regina Elisabetta”.
CARLO D’AMICIS, Il gioco, Mondadori
“Vincerà una donna. Oppure Marco Balzano”.