L’occasione è troppo favorevole per lasciarsela scappare: la filiale francese della società presso cui lavora (una casa di distribuzione cinematografica) permette a Franzi di lasciare Vienna per trasferirsi a Parigi. Le tremende avvisaglie delle influenze naziste sull’Austria sono ormai palpabili e Franzi non vuole sentirsi complice del tracollo della sua patria. Ad aprile del 1938, quindi, lascia i suoi amati genitori e si trasferisce a Parigi. Com’è diversa la vita, lì! Finalmente Franzi torna a respirare aria di libertà. La sensazione dello scampato pericolo ha vita breve: poco dopo il suo trasferimento, la supina Austria decide di annettersi alla Germania nazista e Franzi in un attimo si ritrova ospite indesiderata. La sua rabbia verso la passività austriaca monta, alimentata anche dalle lettere del padre che confermano a Franzi l’orrore della dittatura. La storia dell’oppressione nazista sull’Austria sembra essere interessante per Pierre, giornalista parigino impegnato nella lotta dialettica contro qualsiasi dittatura, che vorrebbe fare della storia della ragazza il cuore di una sua prossima pubblicazione. Dall’interesse letterario a quello personale il passo è breve e in tra i due nasce una profonda storia d’amore. Peccato che lui sia sposato con una donna arcigna, con la quale ha anche due figlie! Il mondo emotivo di Franzi è continuamente messo a dura prova, mentre da casa seguono le notizie tremende e anche la radio parla ormai della guerra imminente…
L’orrore della dittatura, l’orrore della guerra. La storia dell’Europa e quella personale si intrecciano in maniera strettissima, in queste pagine, e il dramma della perdita della libertà e dello sradicamento diventano quasi palpabili. La storia, del resto, è fatta dalle persone e in queste pagine la tragedia ha il volto umano di una ragazza poco più che ventenne, che in due anni vede il suo mondo ribaltarsi prima e crollare poi. Così, il lettore conosce “i fatti” – la propaganda nazista, l’ascesa di Hitler, l’annessione dell’Austria, le invasioni, i tentativi diplomatici – attraverso una vicenda tutta personale, una storia d’amore, di dolore, di sentimenti contrastanti che oscillano tra il desiderio di fronteggiare il nemico e quello di fuggire. È questo che Franzi non si può perdonare e che conduce al tragico finale: l’essere scappata proprio mentre rimproverava i suoi connazionali di essere succubi e passivi. Un tratto autobiografico in cui riconosciamo la storia dell’autore, costretto a lasciare l’Austria per scampare alle persecuzioni naziste ma desideroso di combattere l’oppressore con la forza della penna. Una storia d’amore struggente, un grande inno al coraggio e un memento fortissimo perché in nessun tempo e in nessun luogo la storia si ripeta. Che mai gli uomini liberi subiscano una dittatura senza lottare per la libertà fino allo stremo delle forze.