“Fidanzati dell’inverno – L’Attraversaspecchi” di Christelle Dabos (Edizioni e/o) è uno di quei libri che ti catturano già dalla copertina. Poi leggi la trama e ci fai più di un pensierino (devo ammattere che anche il prezzo ha aiutato, perché considerata la mole poteva essere più alto). Il problema arriva quando lo inizi, perché non riesci più a mollarlo, e alla fine, perché speri che non passi molto tempo prima di leggere gli altri due capitoli della saga!
TRAMA – In un universo composto da ventuno arche, tante quanti sono i pianeti che orbitano intorno a quella che fu la Terra, vive Ofelia. Originaria dell’arca “Anima”, è una ragazza timida, goffa e un po’ miope ma con due doni particolari: può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti. Lavora come curatrice di un museo finché le Decane della città decidono di darla in sposa al nobile Thorn, della potente famiglia dei Draghi. Questo significa trasferirsi su un’altra arca, “Polo”, molto più fredda e inospitale di Anima, abitata da bestie giganti e famiglie sempre in lotta tra loro. Ma per quale scopo è stata scelta proprio lei? Tra oggetti capricciosi, illusioni ottiche, mondi galleggianti e lotte di potere, Ofelia scoprirà di essere la chiave fondamentale di un enigma da cui potrebbe dipendere il destino del suo mondo.
Ho da poco iniziato a muovere i primi passi nella letteratura di genere fantasy e devo dire che rimango sempre strabiliata dalla naturalezza con cui certi autori riescono a immaginare mondi e illusioni, qui è davvero il caso di dirlo.
Lo scenario immaginato da Christelle Dabos è composto da ventuno “arche” che ruotano intorno a un nucleo, ovvero quella che rimane del pianeta Terra. Ogni arca ha leggi e caratteristiche ben precise ed è popolata da famiglie con talenti diversi. Ofelia è un’animista, ovvero un’abitante di Anima, e non solo è capace di “leggere” gli oggetti, ovvero ricostruire il loro passato solo toccandoli, ma è anche un’attraversaspecchi. Ecco, all’inizio del libro, cosa le dice il prozio:
“Leggere un oggetto significa dimenticare un po’ se stessi per far posto al passato di un altro, mentre attraversare gli specchi significa affrontare se stessi. Ci vuole fegato per guardarsi negli occhi, vedersi per ciò che si è, immergersi nel proprio riflesso. Credimi, non è una cosa da tutti”.
Senza dubbio Ofelia è una ragazza speciale e con davvero tanto fegato. Sebbene il suo aspetto e la sua goffagine (nel libro viene spiegato da dove deriva) potrebbero farla sembrare una gracile fanciulla, il suo animo e il suo temperamento le saranno preziosi alleati sin da quando il suo futuro marito andrà a prenderla.
Sì perché Ofelia, dopo aver rifiutato due cugini, è stata data in sposa a un abitante di un’altra arca, il Polo, di nome Thorn. Altissimo, magro, braccia piene di cicatrici, un taglio sul sopracciglio, capelli chiari, lo sguardo duro e il profilo tagliente, Thorn è un personaggio che non smetterà di stupirvi lungo tutto il romanzo. Appena sembrerà di averlo inquadrato, ecco che una nuova rivelazione vi farà storcere il naso oppure sorridere.
In realtà, nulla è come sembra in tutto il romanzo. Sia perché al Polo si vive in una perenne illusione, (“una passata di vernice sopra lo sporco”), in cui anche lo spazio viene modellato a piacimento; sia perché quasi ogni personaggio nasconde qualcosa e la povera Ofelia non sa davvero di chi si può fidare.
Intrighi, complotti, famiglie in lotta, potere, gelosie: Ofelia si troverà invischiata in un groviglio di relazioni, molte delle quali davvero poco sane; dovrà rimanere lucida quando la situazione volgerà al peggio; scoprirà l’ennesimo inganno quando avrà concesso fiducia. Ma tutto quello che sarà costretta a subire sembra solo l’inizio.
A “Fidanzati dell’inverno” seguiranno “Scomparsi di Chiardiluna” e “La memoria di Babele“. Spero solo che non passi troppo tempo perché sono davvero molto curiosa di sapere cosa succederà in seguito…