Il nuovo libro di Eric-Emmanuel Schmitt è composto da quattro racconti che lasciano il lettore sconcertato e intrigato. Le quattro storie formano una riflessione sul concetto cristiano del perdono, che, come preannuncia il titolo, ne rivela l'aspetto più diabolico e ricattatorio, sadico e vendicativo. Incontriamo così una coppia di gemelle, Lily e Mosetta, infilate in una trama che ricorda molto Maupassant. Una delle due perdona all'altra la sua invidia, ma le sta dawero facen do un favore? C'è poi Mandine, che perdona l'uomo che l'ha sedotta, abusando della sua ingenuità per rubarle il figlio. E una madre che perdonando l'assassino che ha violentato e ucciso sua figlia, gli restituisce l'umanità, conducendolo però dritto dritto a un umanissimo inferno. C'è infine un vecchio aviatore laconico che legge Il piccolo principe a una bambina: anche lui ha qualcosa da perdonarsi, qualcosa che riguarda il suo comportamento durante l'ascesa del nazismo. Dietro l'apparente semplicità delle trame, c'è una riflessione sottile sulla distinzione dei ruoli di vittime e carnefici e su quanto un apparente atto di bontà possa somigliare alla più raffinata delle vendette. Un libro che, più che di perdono, parla di doppi e di specchi.