Non è sempre facile trovare romanzi veramente da leggere. La stragrande maggioranza delle nuove proposte dei grandi editori a noi sembrano spesso sterili esercizi di stile di buone penne che hanno ego più solidi dei contenuti. Il poco tempo per leggere – e le energie per farlo- sono sempre preziosamente conquistati, e serve che valga la pena.
Oggi quindi lasciamo da parte le letture specifiche su parto e maternità, e vi consigliamo invece un bel romanzo: La donna abitata, di Gioconda Belli.
L’autrice è una celebre intellettuale originaria del Nicaragua, paese da cui è stata per un periodo esiliata a causa della sua partecipazione alla Rivoluzione Sandinista.
E la sua passione per la giustizia, i temi sociali, l’emancipazione della donna, insieme a un certo gusto per un misticismo intelligente e un’eccezionale -mai stucchevole- slancio lirico, sono tutti ingredienti ben presenti e perfettamente dosati ne La donna abitata.
La storia è quella di una donna, Lavinia, e della sua trasformazione. La si vede allontanarsi sempre più dai privilegi dati per scontati della classe borghese a cui appartiene, per seguire un istinto più profondo di Amore e di Giustizia. A farle compagnia, in una sorta di modo magico che resta appassionante, è lo spirito di un’altra donna, Itzà, antica guerriera india che dopo aver combattuto contro i conquistadores spagnoli abita ora l’albero di arance del giardino di Lavinia.
Erano giorni che udivo i piccoli passi della pioggia, le grandi correnti sotterranee che si avvicinavano alla mia dimora centenaria, si aprivano varchi, e mi attiravano dall’umida porosità del suolo. Sentivo che il mondo era vicino, me ne accorgevo dal colore diverso della terra. …..Vidi le radici. La mani tese che mi chiamavano. E la forza di quell’ordine mi attirò irresistibilmente. Penetrai nell’albero e lo percorsi come una lunga carezza di linfa e di vita, un dischiudersi di petali, un tremito di foglie.
Ambientato in una città immaginaria, il libro è ben saldo nella storicità della Rivoluzione Sandinista, con le vicende drammatiche dei desaparecidos e la violenza degli scontri. Ma grazie a una scrittura veloce, al perfetto dosaggio dell’elemento magico, e alla buonissima resa dei personaggi, il libro resta un romanzo appassionante, crudo ma a tratti anche fantastico, che si legge scorrevolmente. E che, come dicevamo all’inizio, vale la pena leggere.
Ogni epoca ha le sue rivoluzioni. In certe epoche e alcuni luoghi si ha il privilegio di poter fare a meno di fucili. Ma la storia di Lavinia ci riguarda tutte. Noi la dedichiamo a un tipo particolare di rivoluzionarie della nostra epoca: tutte le Ostetriche, per la loro Giornata Internazionale che ricorre domani.