Si sa che una bella copertina attira sempre l'occhio del lettore accanito e quella di Fidanzati dell'inverno ha fatto breccia nel cuore di molti di noi. Volendo però testare il buon vecchio detto "mai giudicare un libro dalla copertina", ho deciso per questa volta di leggere il romanzo in ebook, per non cedere alla solita ingordigia che mi porta a riempire scaffali su scaffali. Non so quanto questa tecnica sia stata funzionale, poiché questa lettura mi ha così appassionata che penso che presto dovrò recuperare il cartaceo. Quindi sì, i miei scaffali si riempiono, fra un po' non riuscirò più a mettere piede in camera, ma nel mio cuore c'è una nuova e bellissima storia.
In un universo composto da ventuno arche, tante quanti sono i pianeti che orbitano intorno a quella che fu la Terra, vive Ofelia. Originaria dell'arca "Anima", è una ragazza timida, goffa e un po' miope ma con due doni particolari: può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti. Lavora come curatrice di un museo finché le Decane della città decidono di darla in sposa al nobile Thorn, della potente famiglia dei Draghi. Questo significa trasferirsi su un'altra arca, "Polo", molto più fredda e inospitale di Anima, abitata da bestie giganti e famiglie sempre in lotta tra loro. Ma per quale scopo è stata scelta proprio lei? Tra oggetti capricciosi, illusioni ottiche, mondi galleggianti e lotte di potere, Ofelia scoprirà di essere la chiave fondamentale di un enigma da cui potrebbe dipendere il destino del suo mondo.
L'aspetto che maggiormente ho apprezzato di questo romanzo è l'attenzione ai dettagli. L'autrice, oltre che a costruire nel migliore dei modi un mondo articolato e originale, si impegna affinché il lettore vi possa entrare pienamente. Le descrizioni non si limitano all'ambientazione, quindi alle Arche e alla storia di queste, ma anche alle piccole realtà, come ad esempio le stanze, soffocanti e opulente su Polo, così come polverose e accoglienti su Anima. La stessa attenzione la si ritrova nella presentazione dei personaggi: nessun particolare è lasciato al caso, poiché acconciature, vestiti, accessori, atteggiamenti, sguardi, tutto viene mostrato e raccontato con perizia. Questo rende estremamente partecipe il lettore, il quale si ritrova catapultato in una realtà quasi tangibile.
La stessa perizia la si può ritrovare anche nella scelta del lessico dell'autrice, la quale ricorre a termini che definirei quasi desueti, ma che rientrano perfettamente nel contesto della narrazione (chapeau al traduttore). Ecco le parole che ho imparato grazie a questo romanzo e che sono entrare ufficialmente nel mio vocabolario:
ginepraio (s. m.): 1. Luogo folto di ginepri | 2. (fig.) Situazione imbrogliata e complicata
serico ( agg.): Relativo alla seta | (fig.) Simile alla seta: capelli serici
dabbenaggine (s. f.): 1. ( raro, lett.) Onestà rettitudine | 2. Balordaggine semplicioneria
turlupinare ( v. tr.): Ingannare qualcuno, raggirarlo sfruttando la sua ingenuità
Da amante delle storie d'amore non posso non fare una menzione d'onore al rapporto tra Ofelia e Thorn: la loro è una relazione obbligata, che sta stretta ad entrambi, ma in continua evoluzione così come lo sono loro. Questa vicenda, con un lui burbero e freddo e una lei goffa ma determinata, mi ha ricordato il prototipo di coppia offerto da Orgoglio e Pregiudizio. Oltre che all'incontro tra due personalità differenti, così come accade nel capolavoro della Austen, ritroviamo anche l'incontro tra due mondi, uno glaciale, pieno di macchinazioni e sotterfugi, e l'altro accogliente e caloroso.
"Ci vuole fegato per guardarsi negli occhi, vedersi per ciò che si è, immergersi nel proprio riflesso."
In conclusione, consiglio vivamente questo libro perché, per la sua versatilità, non potrà non incontrare i vostri gusti: dagli amanti del fantasy, passando per coloro che preferiscono le storie piene di suspense e avventura, per giungere ai lettori più romantici, ce n'è per ognuno di voi. Inoltre se siete curiosi di scoprire una nuova e talentuosa autrice, sicuramente Christelle Dabos non vi deluderà.