L’angelo del mare fangoso è il terzo volume del ciclo noir ambientato a Venezia nel XII secolo.
È una storia molto femminile, perché donne sono i tre personaggi principali attorno a cui la trama si svolge.
Kallis, alessandrina ex schiava che ha preso le redini della vetreria del suo ex padrone, che ha ucciso, ed è l’unica depositaria del segreto dei fiolari per fare il vetro trasparente, cristallino. Vive nascosta dietro una maschera di serpente, fingendosi uomo
Abella, il magister medicarum, formatasi alla scuola di Salerno e poi Magdalena, moglie di un ricco mercante, che cerca di risollevarsi da un passato doloroso e che ha preso le redini del commercio che era del marito.
L’omicidio di Tataro, un vetraio in concorrenza con Kallis, apre le porte alla trama gialla.
Mistero e delitti si muovono sullo sfondo di una Venezia in cui magia, negromanzia e credenze trovano ampio spazio.
Abella, si farà carico di scoprire la verità per salvare Kallis da un’accusa ingiusta e per redimersi dai sensi di colpa.
Tre donne forti che lottano per ribellarsi al loro destino, per trovare il loro spazio in una società chiusa e maschilista, dove il potere è uomo. Tre donne che vogliono essere padrone del loro destino, in una città e in un periodo che sembrano invece volerlo impedire.
C’è una quarta donna che lotta per uscire dagli schemi imposti ed è Eleonora, la figlia del maestro dei cantori di San Marco, che si veste e si comporta come un rozzo e sguaiato ragazzino.
Seguendo i frammenti di una coppa di cristallo, Tiraboschi muove le fila di questo racconto e dei personaggi tra i quali anche lo speziale Sabbatai che per il linguaggio ricorda un po’ il Salvatore de Il nome della Rosa.
L’angelo del mare fangoso è una lettura scorrevole che regala il fascino dell’ambientazione storica in una Venezia non ancora nel suo massimo splendore.