Ho letto della pubblicazione di questo, a me sconosciuto, romanzo da un post su Facebook della casa editrice che annunciava l'arrivo sugli scaffali delle librerie del primo libro fantasy del loro catalogo.
Pensiero post lettura: gentili editori della e/o se queste sono le premesse, date pure il via ad un'intera collana fantasy!
Solitamente il mio radar per le nuove uscite si concentra su autori anglosassoni; per questo motivo la saga dell'Attraversaspecchi, della francese Christelle Dabos, è sfuggita completamente al mio interesse. Cosa mi stavo perdendo: si tratta, poco ma sicuro, del miglior fantasy letto dall’inizio dell'anno!
La prima cosa che attira subito di questo libro è la copertina, talmente bella che persino mia mamma l'ha notata, passando accanto al comodino; non solo invoglia subito alla lettura ed è fedele alla storia e alle sue ambientazioni, ma coincide anche con la cover originale. Cercando su internet ho trovato le originali degli altri due volumi della serie pubblicati in Francia, e spero che vengano mantenute anche in Italia, e non solo perché si abbinano perfettamente a quella di Fidanzati dell’Inverno...
La protagonista femminile si chiama Ofelia: è bassa, goffa e non troppo bella, ma ha personalità e carattere da vendere, oltre che il potere di leggere il passato degli oggetti che tocca e passare attraverso gli specchi. Dietro all’aspetto timido e studioso la ragazza è veramente determinata a mantenere la propria indipendenza, anche contro il volere del suo misterioso fidanzato Thorn. Thorn non è il solito belloccio dei fantasy: altissimo, magrissimo, pieno di cicatrici vanta un aspetto fisico aggressivo e un carattere burbero, che solo di rado riesce ad esternare le sue emozioni. All’inizio del romanzo nutrivo sentimenti contrastanti nei confronti della coppia di ì protagonisti ma col passare dei capitoli mi sono affezionata tantissimo a loro (e alla ship: ebbene sì, questo romanzo ha risvegliato la fangirl urlante che c’è in me).
Le ambientazioni spettacolari, originali e ben descritte: il mondo di Ofelia è composto da piccoli frammenti di Pianeti, chiamate Arche, governati da personaggi a metà tra umani e divinità, i cosiddetti Spiriti di Famiglia. Certo siccome si tratta del primo volume dei una serie, l’autrice è avara di informazioni, e dobbiamo godere del “panorama” di Anima e del Polo senza ulteriori informazioni in base alla loro creazione, ma grazie anche a qualche indizio seminato qua e là, l’autrice ha creato un buon mondo per la sua storia.
Inizialmente credevo che l'autrice avesse uno stile un po' pesante. I primi capitoli, ambientati su Anima, l'Arca natale della protagonista, infatti non solo risultano statici per trama, ma anche, e soprattutto, per la presenza quasi eccessiva di lunghi periodi descrittivi. Un po' di anni fa, quando andavano di moda i romanzi high fantasy e gli stroncatori di professore, si parlava tantissimo della regola dello "show, don't tell", ovvero del mostrare anziché raccontare: nella primissima parte di questo libro l'autrice non si pone certo questo problema: lei mostra, e racconta, al tempo stesso, col risultato di appesantire la narrazione. È bastato tuttavia uno scossone alla trama, e un rapido cambio di ambientazione, per trasformare radicalmente la mia opinione sul romanzo: finalmente Ofelia si da una svegliata, la trama di riempie di intrighi e segreti, e Fidanzati dell'Inverno diventa così una delle mie letture (finora) preferite dell'anno.
Una piccola nota sulla traduzione: leggendo estratti in francese dal sito dell’autrice mi sono resa conto che molti nomi sono stati tradotti, mentre altri sono stati lasciati invariati senza un criterio ben preciso. E così troviamo Ofelia al posto di Ophélie, Agata al posto di Agathe, Gaela (?) al posto di Gaëlle, ma Thorn, Archibald e soprattutto Renold detto Renard (in francese la Volpe) lasciati come nell’opera non tradotta. Considerate anche le polemiche sorte in Italia dopo la pubblicazione di un altro romanzo fantasy in cui il nome della protagonista era stato italianizzato mi sono domandata per tuta la lettura il perché. Non che questo abbia influenzato il mio giudizio sul romanzo, anzi, al contrario, proprio perché mi ha incuriosito al punto tale da farmi pensare alle scelte di traduzione consiglio Fidanzati dell’Inverno un po’ a chiunque.
Infatti la mia valutazione è di quattro stelline e mezzo. Era da tempo che non mi appassionavo così tanto a un romanzo da leggere le trame dei volumi successivi (in francese!), stalkerare l'autrice su tutti i social possibili immaginabili e sperare che un giorno venga in Italia superando la sua paura dell'aereo. Era da tanto che una saga non mi coinvolgeva così, e ringrazio l'editore per aver rischiato ed averla tradotta anche in italiano. Adesso non rimane altro da fare se non aspettare la pubblicazione del secondo volume…