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L'Attraversaspecchi

Testata: Il confine dei libri
Data: 18 aprile 2018

Salve lettori! In questa recensione vi parlo di una nuovissima serie fantasy francese, portata in Italia dalla alla casa editrice edizioni e/o. La serie è "L'Attraversaspecchi" di Christelle Dabos, di cui ho potuto leggere in anteprima il primo volume, "Fidanzati dell'Inverno", in uscita oggi, 18 aprile. Come ogni mondo fantasy che si rispetti, quello in cui ci accingiamo a mettere piede è un posto completamente diverso da quello che conosciamo. Per prima cosa, la Terra non è più tonda ma divisa in Arche, pezzi di continente sparsi per lo spazio contraddistinti da un certo tipo di clima e un certo tipo di popolazione. Su ogni Arca, infatti, ci sono famiglie o clan, discendenti di uno spirito di famiglia, che hanno un determinato potere. Ad esempio su Anima, l'Arca della nostra protagonista Ofelia, ci sono gli Animisti, il cui potere è interagire con gli oggetti. Ogni oggetto, che sia una macchina, un palazzo o una sciarpa ha un'anima a cui parlare, da addomesticare o curare. Poi ci sono anche Animisti, come Ofelia, che possono 'leggere' un oggetto, risalire al suo passato, vedere tutti i suoi proprietari, provare i loro sentimenti, solamente toccandolo. E ci sono anche rari Animisti, sempre come la nostra Ofelia, che possono attraversare gli specchi. Pratica difficile non solo fisicamente, ma anche perché bisogna affrontare e accettare i veri se stessi per poterli attraversare.

"Leggere un oggetto significa dimenticare un po' se stessi per fare posto al passato di un altro, mentre attraversare gli specchi significa affrontare se stessi. Ci vuole fegato per guardarsi negli occhi, vedersi per ciò che si è, immergersi nel proprio riflesso. Quelli che si mettono un velo davanti alla faccia, che mentono a se stessi e si vedono migliori di ciò che sono non ce la faranno mai."

E mi sa che è arrivato il momento di presentarvi Ofelia. Ofelia è una ragazza che potrebbe essere definita stramba. Veste come una donna avanti con l'età, con vestiti scuri e lunghi, occhiali che si colorano a seconda del suo umore, solitamente le lenti sono molto scure, e una lunga sciarpa tricolore che ha vita propria e che di solito "spazza il pavimento", come dice la sua proprietaria. Ofelia lavora nel museo di Anima, si prende cura dei suoi manufatti e rifiuta ogni pretendente, ragazzi scelti dalla famiglia, finché un giorno viene combinata una proposta di matrimonio che non può rifiutare. Arriva da un'altra Arca e rifiutarla potrebbe significare guerra. Senza neanche potersi abituare all'idea di dover abbandonare tutto ciò che è e ama, su Anima arriva un dirigibile dal Polo, un'altra Arca, con a bordo il suo promesso sposo. Altissimo, magro come uno stecchino, faccia lugubre e segnata dalle cicatrici, occhi grigi penetranti e taglienti, mania di fissare l'orologio, Thorn sembra un incubo divenuto realtà per Ofelia. Ma non può far altro che seguirlo sulla sua Arca, in un mondo freddo ed estraneo, in compagnia, almeno, della sua madrina, zia Roseline. Arrivata al Polo, Ofelia si rende effettivamente conto che quell'Arca è completamente diversa dalla sua, non solo per clima e per i poteri, ma anche per la società. Ofelia si ritroverà immersa in una corte falsa, assetata di sangue e violenta, fatta di giochi di potere, cattiverie e infamità, nascoste sotto un velo di illusioni, buone maniere e pittura. Un luogo in cui Ofelia non potrà fidarsi di nessuno, nemmeno delle più adorabili delle persone. Un luogo di cui non conosce i meccanismi, ma che imparerà presto. In cui non può mostrarsi per colei che è, altrimenti rischierebbe la morte istantanea, dato l'odio che provano per il suo promesso sposo. In cui sarà un burattino nelle mani di Berenilde, zia di Thorn, finché non capirà qual è il vero motivo per cui è stata scelta e trascinata in quel luogo orribile.

E stop... ho parlato fin troppo. Come spero di avervi fatto capire, la trama di questo primo libro è davvero molto interessante e originale. Ci troviamo in un mondo che nessuno aveva mai pensato di costruire e che mi ha incuriosito molto. Mi hanno incuriosito soprattutto i riferimenti a Dio nei frammenti, il ruolo degli spiriti di famiglia e i libri che sembrano così importanti per loro, tutti elementi che spero verranno approfonditi nei romanzi successivi della serie. Ho apprezzato molto il personaggio di Ofelia. All'apparenza una ragazza timida e sottomessa, in realtà nasconde dentro un fuoco che potrebbe scogliere anche il ghiaccio più spesso. Sopporta umiliazioni, percosse, violenze mentali e tanto altro, perché è il ruolo che ha accettato di interpretare, perché questa ormai è diventata la sua vita, ma quando diventa troppo, quando iniziano a ferire le persone che ama, a quel punto non lo accetta più e prende nuovamente in mano le redini di se stessa. Non si lascia ingannare, non si lascia abbattere, né controllare. È maldestra ma coraggiosa, silenziosa ma fiera, e non vedo l'ora di leggere cosa ci serberà nel prossimo libro. L'altro protagonista è Thorn, il promesso sposo. Non posso dirvi se è un personaggio positivo o negativo, è difficile da stabilire dato che dice solo lo stretto necessario ed è, per la maggior parte del tempo, assente. Ma durante i rari incontri con Ofelia, mi ha sempre intenerito.

"Ofelia infilò il dito nello specchio come fosse un'acqua densa, e di colpo li vide tutti e due, la piccola Animista dall'aria malata e stordita, infagottata in un cappotto troppo grande per lei, e il Drago immenso, nervoso, con la fronte corrugata da una costante tensione mentale. Due universi inconciliabili."

Questo è probabilmente un elemento che potrebbe infastidire noi anime romantiche nella lettura, la carenza di contatti tra i due fidanzanti. Apprezzo il fatto che non si siano innamorati alla pazzia istantaneamente, ma avrei desiderato che almeno parlassero per conoscersi. Anche se, col senno di poi, ho compreso e accettato la scelta dell'autrice. Altro elemento che potrebbe frenarvi durante la lettura è la lentezza nello svolgersi degli avvenimenti. Non è affatto noioso, ma può risultare lento, in quanto, essendo costantemente nella testa di Ofelia, in un mondo e tra persone che non conosce, passa la maggior parte del tempo a conoscere, osservare, imparare. Insomma, molte descrizioni e poca azione. Anche dato che, essendo impreparata a ciò che si trova davanti, è vittima di intrighi e giochi di potere di cui non si rende nemmeno conto. Però, come per il punto di prima, ho compreso la scelta dell'autrice. Ofelia doveva vedere, sentire, pensare, capire da sola. Senza forzature né accelerazioni. Ha dovuto fare un percorso iniziale, una gavetta di maltrattamenti e illusioni, per capire qual è il suo vero ruolo in quel posto ambiguo. Sono molto indecisa sul voto, sapete. "L'Attraversaspecchi" è una trilogia che ha tanto potenziale che può essere sviluppato magnificamente. In "Fidanzati dell'Inverno" manca qualcosa, manca quella scintilla che avrebbe potuto renderlo indimenticabile, ma mi aspetto di trovarla nei prossimi libri. Come vi ho detto, ho compreso le scelte dell'autrice e le ho apprezzate. Usando le parole che un mio amico ha utilizzato per descrivere la prima stagione de "Il trono di spade", questo primo libro è una sorta di tutorial per capire le regole del gioco, conoscerne le pedine e fare la prima mossa. L'autrice è stata capace di creare una rete di dubbi, idee e suspense che non vedo l'ora di leggere e scoprire. Sono davvero curiosa di sapere cosa riserva il futuro alla nostra Ofelia e a Thorn. Ammetto di essermi affezionata ad entrambi. Se la mia recensione comunque non vi ha convinto a tuffarvi nelle loro avventure, lasciatevi convincente dalla copertina. È meravigliosa e le successive non sono da meno! Baci.

Voto libro - 4 Bellissimo