“Sentivo forte il rumore della vita che ci strillava dentro ogni fibra. Ora il mondo era più giusto, senza due ombre buttate allo sbando nella corrente. Perfino Le Case ci diceva grazie. Fare l’amore lì, nel cuore di quel mortorio da nulla, era come un canto che passava le pareti, restituendo un goccio di colore a tanto spreco.”
“Le case” è un borgo situato nella Maremma, è l’ambientazione delle storie ma anche la struttura stessa dell’opera: è un vero e proprio microcosmo, una realtà appartata dal mondo e, contemporaneamente, specchio del mondo.
Il romanzo è composto da ventinove “case”: ogni casa è un capitolo intitolato con il nome del personaggio che la abita e che in prima persona racconta qualcosa di sé. Nel borgo toscano scorrono così le vite più disparate eppure ordinarie dei suoi abitanti e degli eventi che li animano: i segreti, le relazioni, gli impeti, tutte le gradazioni dei sentimenti umani raccolti in una narrazione organica e variegata.
Tradimenti, fughe, scomparse, conflitti, passioni si alternano così nel racconto corale che Sacha Naspini ci offre: il romanzo, seppur molto complesso per la molteplicità di trame, episodi , personaggi e toni narrativi, è un’opera decisamente organica dove la lingua, venata di striature dialettali, è talmente potente da funzionare come filo che conferisce alle successioni narrative continuità e compostezza.
I personaggi si avvicendano come su un palco teatrale, dando con la propria voce ognuno la propria storia: trame intrecciate da rapporti familiari, confini, compenetrazioni e intrecci che ospitano così felici incursioni nei vari generi letterari dal giallo al noir, dal memoir al gotico.
Il romanzo si contraddistingue anche per la sua corposità consistente nell’alto numero delle storie raccolte e nella densità di ciascuna: Sacha riesce a fare di varietà e complessità la vera forza del romanzo.
Il lettore infatti viene trasportato nel mondo de “Le case del malcontento” che a sua volta ospita tanti altri mondi, un universo racchiuso e a sé che però è capace, nelle sue declinazioni, di rispecchiare molto delle storie universali capaci di varcare confini spazio temporali. Crudeltà e tenerezza animano l’approccio alle diverse storie: se è un’umanità diversificata e spesso disperata quella che traspare nel romanzo, dall’altra parte è profondamente umano lo sguardo che Sacha propone come punto di vista: il giudizio sulle storie è totalmente sospeso, per lasciare spazio a una narrazione pura tra epopea rurale e passione del quotidiano.
Un’opera di grande e decisa letteratura che racchiude anche un articolato ritratto della Maremma con le sue luci e le sue ombre, i suoi sapori dolci e agri, i contrasti della terra spesso così simbiotici con l’animo umano.
(In collaborazione con “Libreria La Vela”, Viareggio)