E se un giorno aprisse una libreria dedicata solo a romanzi di altissima qualità, che escludesse sistematicamente quei best seller e istant book di cui sembra essere così prolifica l'editoria dei nostri giorni? Cosa accadrebbe?
Prova a immaginarlo la scrittrice francese Laurence Cossè ne La libreria del buon romanzo', edito da e/o. In una Parigi contemporanea popolata da scrittori invidiosi, editori agguerriti e lettori sempre più allo sbando, i due protagonisti Ivan e Francesca coltivano l'utopia di una libreria controtendenza, fornita solo dei romanzi perfetti, selezionati e scelti con cura da un segretissimo comitato di otto scrittori.
La nascita e il successo della libreria Al buon romanzo' suscita invidie, dissapori e non pochi problemi ai due protagonisti e al comitato selezionatore, alle prese col risentimento, per nulla innocuo, di scrittori ed editori esclusi dalla prestigiosa lista.
Dagli attacchi verbali, calunnie e polemiche a mezzo stampa si passerà all'intimidazione e all'aggressione fisica. Ad indagare su questi episodi sarà il commissario Heffner, amante del `buon romanzo' che farà luce su un mondo, quello dell'editoria, non sempre animato dal genuino e disinteressato amore per la buona letteratura ma popolato spesso da "editori industrializzati, giornalisti pecoroni e grossisti della cultura".
Sulla solida struttura del romanzo giallo la Cossè costruisce una raffinata storia che diventa, oltre che guida alternativa a romanzi fuori dal coro, un vero e proprio inno alla buona lett(erat)ura.
I suoi personaggi sono animati dalla convinzione che un buon romanzo sappia, ma soprattutto debba cambiare la vita di chi lo legge in meglio: "vogliamo libri che non ignorino niente della tragedia umana, niente delle meraviglie quotidiane - scrive Francesca la protagonista per spiegare l'utopia del Buon Romanzo - libri che ci facciano tornare l'aria nei polmoni".
Come non auspicare che tale idea letteraria si trasformi in concreta realtà?