Per "La voce degli studenti", Serena Paolini ci parla di "Bellissimo" di Massimo Cuomo, edito da E/O.
Miguel è bellissimo sin da subito, di una bellezza tale da essere considerata miracolosa e che quindi cattura l’attenzione di tutti. La perfezione dei lineamenti del bambino incanta e scatena, nella città di Merida, una specie di culto pagano. Già alla sua nascita risulta evidente che ha ereditato la bellezza e il fascino di suo padre: Vicente Moya. Invece la madre, Maria Serrano, e il fratello maggiore, Santiago, non godono di questi privilegi, sono “belli dentro”. Santiago, sebbene abbia solo cinque anni quando nasce Miguel, capisce subito dal comportamento di chi lo circonda che la bellezza del fratellino avrebbe sconvolto la sua vita. Per gli abitanti del paese, ma non solo, quella per Miguel è una vera e propria ossessione. Santiago è così costretto a vivere all’ombra del fratello con il quale ha un delicato rapporto in bilico tra l’amore e l’odio che li porterà a compiere errori e viaggi alla ricerca di risposte. I suoi unici sfoghi sono il lavoro e i libri, poiché gli sguardi delle ragazze e delle donne di ogni età sono tutti per Miguel. Questa è la storia di due fratelli diversissimi che finiscono però per completarsi a vicenda non potendo esistere l’uno senza l’altro.
I personaggi principali sono quattro: Santiago - Figlio maggiore della famiglia Moya, cinque anni più grande del fratellino Miguel. Vive oscurato dall’incredibile bellezza di quest’ultimo che lo porta ad essere molto introverso ed insicuro. Gli unici modi che ha per sentirsi a suo agio sono lavorare e leggere.
Miguel - Figlio minore della famiglia Moya. Grazie alla sua bellezza la vita gli sorride quasi sempre. Le donne di tutte le età sono così attratte da lui da concedersi senza la minima esitazione anche se questo gli causerà qualche problema. Ha un carattere gioioso, amichevole ed estroverso; l’esatto contrario del fratello maggiore. Ama la libertà ed è molto intraprendente.
Vicente Moya - È il padre di Santiago e Miguel e marito di Maria Serrano. Uomo alto e ben piazzato che ha trasmesso il proprio fascino e la propria bellezza al figlio più piccolo per il quale ha un debole dovuto alla loro somiglianza.
Maria Serrano - Moglie di Vicente Moya e madre dei due fratelli. Non particolarmente bella è, proprio come il figlio maggiore, introversa e caratterialmente molto diversa dal marito e da Miguel. Non ama stare al centro dell’attenzione.
La storia è ambientata a Merida, una piccola cittadina del Messico. Il fascino del mondo sud-americano crea un’atmosfera tale da rendere reali e plausibili situazioni irreali. Il rapporto conflittuale dei due fratelli e le loro rispettive storie d’amore spostano talvolta lo sfondo da Merida a paesini sperduti del Messico per arrivare poi fino in Europa. Questi luoghi rispecchiano la situazione psicologica dei personaggi: Miguel amante della libertà ad un certo punto sente l’esigenza di allontanarsi dalla sua terra e dalla sua famiglia alla ricerca di risposte poiché inizia a gravare su di lui il peso della sua bellezza, Santiago invece viaggia per trovare se stesso, per delineare la sua identità oscurata dalla forte personalità del fratello.
La narrazione inizia con la nascita del piccolo Miguel avvenuta nel 1979 e percorre tutta l’infanzia e l’adolescenza dei due fratelli. In totale la storia si svolge nell’arco di una ventina d’anni. Il racconto procede secondo un ordine cronologico dove fabula e intreccio coincidono. Inoltre è arricchita da termini tipicamente messicani riesce a trasportare il lettore lontano permettendogli quasi di percepire odori, sapori e usanze di un popolo oltre oceano. L’autore presta attenzione ai minimi particolari. Il narratore è esterno anche perché il protagonista del testo non è uno dei due fratelli Moya, bensì il rapporto che c’è tra di essi.
Libro stupendo che fin dalle prime pagine cattura l’attenzione del suo lettore inducendolo a pensare continuamente alla storia che racconta, quasi come fosse una dipendenza. Un testo molto dolce e profondo, in grado di far riflettere, scritto da un autore che sebbene sia italiano riesce a proiettare colui che legge nel luogo in cui si svolge la vicenda: il lontano e affascinante Messico. Andando avanti con la lettura sembra di percepire odori e sapori di un paese lontano migliaia di chilometri. Infatti, inizialmente, credevo di leggere un romanzo tradotto. Proprio in questa atmosfera, a mio parere, quasi magica si snoda una storia bella e misteriosa allo stesso tempo, dove il profilo psicologico dei personaggi viene molto approfondito. Si tratta del rapporto complicato di odio e bisogno tra Miguel e Santiago: tra loro c’è un amore profondo nascosto però dalla loro rivalità e spirito di competizione che li condurranno spesso a sbagliare, allontanarsi e viaggiare in tutto il mondo per ritrovare l’altro ma soprattutto se stessi. Molto importante all’interno del romanzo è anche, secondo me, il ruolo della famiglia. Quella dei Moya è infatti una famiglia particolare perché divisa in due parti: da un lato Maria Serrano e Santiago, entrambi introversi e belli dentro più che fuori, dall’altro Vicente e Miguel Moya che godono di un fascino e una bellezza che rendono loro ogni cosa molto più facile rispetto agli altri due. I genitori non hanno avuto un comportamento impeccabile di fronte alla rivalità dei propri figli, rivalità che anziché smorzare hanno finito involontariamente per accentuare. Definirei le figure dei fratelli speculari perché effettivamente sono una il contrario dell’altra: Miguel bellissimo e apparentemente invincibile è turbato dal peso della sua stessa bellezza che lo rende in alcune situazioni molto debole e vulnerabile, Santiago invece appare come un ragazzo insicuro che però a volte saprà rivelarsi molto saggio. La loro situazione riflette una condizione comune, in maniera più o meno accentuata, a parecchi fratelli. Spesso infatti un figlio prevale sull’altro che di conseguenza sentendosi inferiore perde motivazione ed è spinto a fare sempre meno. Ci sono anche casi i cui, però, questa differenza stimola un miglioramento ma in genere finisce per deteriorare il legame dei diretti interessati.
Santiago è la dimostrazione che con l’impegno le persone possono migliorare. Dopo anni e soprattutto dopo molti sbagli ha capito che era inutile arrancare dietro a Miguel e che doveva scegliere una strada tutta sua. La competizione a livello famigliare non è mai una cosa bella: genera solo problemi.
In generale è un libro che consiglio vivamente a chi vuole farsi trasportare e vuole calarsi all’interno di luoghi sconosciuti perdendo per un po’ il contatto con la realtà.