Fa’ attenzione, Jamal, sulla falesia l’erba sarà scivolosa. Scoperto questo narratore, Michel Bussi, inauguro un nuovo filone di letture ‘geografiche’, i gialli ambientati in Normandia, mentre in una categoria del mio blog sono già elencati quelli che ho letto sulla Bretagna (Jean Failler, Jean-Luc Bannalec, Pierre Loti, Roger Vercel…). Ai luoghi dove si svolge questo giallo – Étretat, Yport, Fécamp – mi legano buoni ricordi e ho ben presente le falesie su cui prende inizio tutta la storia, anzi la falesia più alta d’Europa: 120 metri. Ed è la vicenda che ha per protagonista un ragazzo trentenne, Jamal Salaoui, che la racconta in un diario. Jamal lavora in un istituto terapeutico per ragazzi a La Courneuve, nell’Île-de-France e si trova in Normandia per allenarsi in vista dell’Ultra-Trail del Monte Bianco. Ha una protesi di carbonio sotto il ginocchio sinistro e vuole essere il primo atleta con quel tipo di handicap a partecipare e a tagliare il traguardo alla più dura corsa del mondo. Durante un allenamento sulla falesia, di mattina presto, incontra una bella ragazza ferma proprio sul ciglio del precipizio. Pare avere la ferma intenzione di gettarsi di sotto. Jamal cerca di afferrarla per una mano ma la ragazza gli sfugge. Quando scende sulla spiaggia per prestarle soccorso si accorge che ha una sciarpa rossa marca Burberry stretta intorno al collo. E’ stata strangolata? I pochi presenti accorsi sembrano accusarlo tacitamente di averla spinta. Così la pensa anche la polizia che lo mette sotto accusa, a piede libero. Il fatto di essere di origine magrebina non lo aiuta di certo.
Jamal Salaoui. Arabo. Handicappato. Lavora con i pazzi… Il profilo ideale dello stupratore. Ora Jamal deve capire come discolparsi. Innanzitutto chi era la ragazza e cosa faceva lì all’alba? Se non è stato un suicidio, chi l’ha spinta e perché?
La ragazza si chiamava Morgane Avril, 19 anni. Mentre si batte per provare la propria innocenza Jamal inizia a ricevere nella camera d’albergo dove alloggia delle buste misteriose contenenti ritagli di giornale di anni prima. Scopre così che esattamente dieci anni prima nello stesso posto un’altra ragazza, Mirtylle Camus, si era gettata dalla scogliera. Evidentemente qualcuno vuole che ricostruisca quella morte.
La storia si ingarbuglia, il mistero anziché chiarirsi si infittisce. La sciarpa rossa è un elemento importante.
Qualche mese dopo questi fatti, un cedimento nella falesia di Étretat fa rotolare sulla spiaggia 45.000 metri cubi di roccia e terra. In mezzo vengono rinvenute ossa appartenenti a tre diversi scheletri. Riconoscerne l’identità diventa la priorità per dare una risposta a tutti gli interrogativi. Serve un lavoro lungo e minuzioso.
Bussi avvince con la sua narrazione ma infila continui ribaltamenti di scena che alla fine spiazzano il lettore. Anche quando sembra di essere arrivati a una svolta definitiva.
Mi sentivo leggero. Ero innocente! La polizia aveva la prova. Non mi restava che dire addio a quella banda di stronzi che per poco non mi avevano fatto impazzire.