Ludovic, ragazzone di campagna, ex giocatore di rugby, perennemente in imbarazzo di fronte alle donne, recupera crediti nella periferia parigina. Bussa alle porta di vegliardi che si sono fatti raggirare dalle clausole scritte troppo piccole. La sera rientra nel suo appartamento da scapolo, in un pa- lazzo che nella scala ristrutturata ospita giovani rampanti, e in quella cadente e umida Ludovic e altri come lui. Aurore è una stilista un po’ nevrotica, con un marito assente e due bambini: la ragazza in carriera e l’ex agricoltore non hanno molto da dirsi, fino a quando nel cortile Ludovic soccorre Aurore da alcuni corvi che la terrorizzano. Comincia una storia d’amore, disordinata e commovente. Come un Balzac dei nostri giorni, Joncour osserva e racconta, frugando tra paure e ambizioni, un mondo incerto in cui l’unica salvezza è la passione. Ludovic e Aurore, insieme, sono come due bambini stupiti, e il mondo non sa di loro. Una prosa profondamente sentimentale, mai zuccherosa in un libro che racconta con grazia l’incontro di due solitudini.
