Alla vigilia dello sbarco negli Stati Uniti del docu-film Ferrante Fever, e a pochi mesi dallo svelamento di quella che sarà la serie tv dell’anno tratta dalla quadrilogia napotelana (coprodotta da Rai ed Hbo e prevista per fine anno), un videoclip, che vi proponiamo qui in esclusiva, racconta, con musica e immagini, la storia del fenomeno Elena Ferrante. A firmarlo, il compositore Giorgio Ferrero, autore anche delle musiche del documentario, e la illustratrice Mara Cerri.
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Ferrero, compositore e regista torinese, premiato all’ultima mostra del Cinema di Venezia dalla regia under 26 con il suo primo lungometraggio Beautiful Things, ci racconta l’incontro con Giacomo Durzi, regista di Ferrante Fever, e l’inizio della loro collaborazione: «Ho avuto la fortuna di incontrarlo alla Biennale di Venezia quando Federico Biasin ed io stavamo sviluppando il nostro film di cui Giacomo supervisionava la sceneggiatura.
Giacomo stava già lavorando da tempo alle musiche originali del film quando mi chiese se avevo voglia di proporgli qualcosa di semplice e inaspettato per musicare i disegni di Mara Cerri e Magda Guidi». Continua: «La prima volta che ho aperto uno dei video con i disegni che oggi potete vedere nel videoclip, sono rimasto ammaliato. Conoscevo poco Elena Ferrante, avevo letto a malapena L’amore molesto, quindi avevo della scrittrice una conoscenza a dir poco incompleta. Ma in quel tratto riconoscevo l’immagine che mi ero fatto del suo universo. Ruvido, graffiante, minimale, claustrofobico, elegantissimo».
Come si racconta uno scrittore, un libro, senza utilizzare le parole, solo con la musica? «Non ricordo quasi mai il dettaglio dei nomi dei personaggi o della trama delle storie in cui mi imbatto», spiega il compositore. «Quello che mi rimane è una scalfitura indelebile che quell’immaginario produce nella mia immaginazione e nei miei ricordi. È come se nella mia testa rimanessero dei frammenti pieni di emozione in grado, unendosi tra loro, di dar vita a un quadro astratto ma armonico. I colori, le perversioni, le ire, l’odore dei vestiti, il sudore del racconto prendono vita in un unico disegno». Per Ferrero non era, comunque, la prima volta: aveva già messo in musica i romanzi di Paolo Giordano per i tour di presentazione e, anche in quel caso, «ero partito dai colori, dagli odori, dai riverberi nella testa dei personaggi cercando di tradurre quello avevano depositato dentro di me. Ho utilizzato lo stesso approccio anche con questo progetto».
Dal punto di vista tecnico, dice Ferrero, che con Federico Biasin dirige lo studio multidisciplinare MYBOSSWAS a Torino, «non scrivo quasi mai utilizzando il pianoforte perché mi terrorizza la sua semplicità e l’eco primordiale che quello strumento mi suggerisce. Questa volta, però, ho pensato che potesse essere perfetto se utilizzato come la matita libera e imperfetta di Mara. Un pianoforte quasi rotto, posizionato esattamente in una delle stanze dell’infanzia di Elena Ferrante, con quel riverbero ostinato nella testa. Pieno di scricchiolii e di punte acide, semplice, graffiante e claustrofonico. Un pianoforte che non potesse lasciare scampo a quei ricordi indelebili che graffiano la vita dei protagonisti di questi romanzi. Ricordi che non hanno un tema ben preciso si rincorrono e si impilano senza risolversi quasi mai lasciando una sensazione di attesa e di sospensione. Abbiamo appoggiato ai disegni alcuni accordi ostinati con il suono che timidamente avevamo studiato mesi prima e non abbiamo avuto dubbi».
A occuparsi della scelta dei disegni è stato invece il regista Giacomo Durzi: «Per me ricorrere all’animazione è una pista linguistica che impreziosisce e precisa l’adesione emotiva a alcuni elementi narrativi più astratti, meno concreti e difficili da intercettare con la parola o le immagini. Amo tantissimo soprattutto una cosa che ho avvertito sempre nelle opere di Cerri e Guidi, oltre alla bellezza e alla personalità fortissima del loro tratto, ed è la poeticizzazione del mistero di una donna».
Una donna, complessa, dura e umanissima come quella che esce dall’opera della Ferrante. «Abbiamo pensato insieme di sporcare le immagini di una donna che “sfugge”, che non si vede mai in volto, con delle lettere e dei graffi a matita. Il resto delle sequenze di animazioni sono nate dalla loro sensibilità di lettrici della Ferrante che, su mia indicazione, hanno dato forma a personaggi e a certi sentimenti che vivono nei romanzi e soprattutto nella tetralogia dell’Amica geniale». Su Spotify è anche possibile ascoltare i temi musicali di Ferrante Fever, PLOMO FEVER I e PLOMO FEVER II.