«Genova accolse molti profughi. È una città accogliente, lo è sempre stata. Così come è sempre stata antifascista»: Lia Levi, 87 anni, scrittrice e giornalista, parla di profughi nel 1939. Erano gli ebrei che fuggivano da Germania ed Austria e che trovarono ospitalità nelle case degli ebrei genovesi, prima di ripartire e cercare di mettersi in salvo. Nel pieno delle leggi razziali, vennero accolti e nascosti. Lia Levi illumina questo settore meno conosciuto della storia di Genova nel libro “Questa sera è già domani” (edizioni e/o), appena pubblicato e già in ristampa e avviato sul podio dei principali premi letterari italiani, a cominciare dallo Strega. Racconta la storia di suo marito, Luciano Tas, e della sua famiglia ebraica che abitava a Genova, prima di fuggire dalle persecuzioni, nel ‘43, in Svizzera. Levi sgrana temi e scandisce scenari che si specchiano, urgentemente, con ciò che sta accadendo in Italia e in Europa.