DUE. Secondo romanzo per lo scrittore e fumettista sardo, dopo ‘Un caso come gli altri’ pubblicato nel 2016. Nel primo romanzo la storia era affidata ai ricordi della moglie di un criminale, narrati fra le opprimenti mura di una stanza per gli interrogatori. In questo Nero di Mare i fatti si svolgono in presa diretta, immediati e in prima. La claustrofobia del distretto viene sostituita da un paradiso in terra situato a nord della Sardegna, a Porto Sabore, teatro dei fatti.
FRANCO Zanna. E’ la voce narrante e protagonista che ci accompagnerà con le sue disavventure nel cuore sfarzoso e corrotto della bella vita sarda. Essendo un paparazzo, per vivere deve avere a che fare con un mondo torbido e spesso violento, che solo chi non conosce a fondo può commettere l’errore di invidiare. Un tempo era un reporter talentuoso e in rampa di lancio, stimato nella cronaca nera torinese. Poi è successo qualcosa. Qualcosa che gli ha distrutto la sua esistenza. Qualcosa che nessuno sa e che lui stesso ha paura di ricordare. Ora è un uomo sulla quarantina, dedito all’alcol e solitario.
La sua nuova realtà si divide fra notti passate a bere ed estenuanti appostamenti armato di macchina fotografica. Uno scoop mal riuscito, una celebrità del piccolo schermo. Questi è soprattutto un marito adultero beccato in dolce compagnia. Le cose non vanno come sperato: Franco riuscirà a scattare le foto, ma verrà scoperto e gli toccherà una rocambolesca fuga. Da qui partirà un effetto domino che pare senza fine, una ragazza rapita da salvare, uno zio bandito, criminali corsi e una figlia ritrovata da proteggere. Gli ingredienti per una ricetta golosa e avvincente ci sono tutti.
NERO. Nero come noir, ma soprattutto come l’oscurità che mangia da dentro il protagonista. Franco è un uomo avvelenato dai suoi segreti. Il veleno si è trasformato in rabbia. Questa ira celata come una lama sotto pelle è sempre più spesso un demone troppo forte da battere. Un urlo allo specchio, dritto a sé stesso, per non essere riuscito a difendere la propria felicità, una vita prima. Il romanzo intrattiene e avvolge. Ormai siamo a Natale, ma chiudendo gli occhi in alcuni frangenti ho annusato l’odore della salsedine dell’azzurro mare che bagna l’isola e udito il tipico chiasso mondano mentre sfila nei locali. Il tutto è ben descritto da Ruju sfruttando Franco sotto ogni sfaccettatura, anche come una sorta di Virgilio nel guidarci nel malaffare dell’isola. C’è molto spazio per l’introspezione di Franco, ben mescolata a una azione che dal primo all’ultimo capitolo non smette di accelerare, come i bolidi guidati dai ricconi sulla costa. Dopo aver esaurito le pagine, ahimè troppo in fretta, si resta convinti una volta di più che le vite da copertina non esistono. Perché è dietro che si nasconde la fredda e nera realtà, alla quale ognuno, prima o poi, dovrà rendere conto.