Ci sono libri che riescono a coniugare diversi generi letterari, offrendo al lettore una panoramica narrativa che interpreta il vero senso della letteratura. "Mai dimenticare", edito da Edizioni e/o, nell'incastro perfetto di una trama fitta, pur avendo i connotati di un poliziesco, è un singolare esempio della sottile discrepanza che talvolta può distinguere la vittima dal colpevole.
"Jamal Salaoui. Arabo. Handicappato" è voce narrante di una storia che fino alle ultime pagine mantiene il ritmo accelerato del mistero. Coinvolto suo malgrado, il protagonista diventa il capro espiatorio di un sistema giudiziario poco avvezzo a cogliere le sfumature.
L'omicidio di una giovane donna è pretesto per giocare su diversi piani temporali e costruire la struttura perfetta di un romanzo ad incastro.
Michel Bussi gioca la carta vincente del dubbio, quel sordo rovello che insinuandosi nella mente non sa distinguere il bene e il male. A rendere l'atmosfera carica di tensione sono i paesaggi di una bellezza che suggestiona.
Con la padronanza del fattore sorpresa, l'autore invita a cercare "una spiegazione razionale" anche quando i tasselli del mosaico sono scomposti. Nella ricerca della chiave logica che spiega l'inverosimile si incontrano altri personaggi, ed ognuno aggiunge interrogativi. Scrittura scorrevole, divertente, a tratti poetica in un romanzo che interpella chi legge, trasformandolo in giudice del "più ingegnoso gioco di prestigio.". Ci si rende conto che "tutti interpretiamo un ruolo" ma arriva il momento in cui cadono le maschere e ci si ritrova soli con sé stessi.