Un vortice che inghiotte il lettore fin dalle prime righe e lo trascina senza respiro verso un finale soprendente.
È una storia implacabile quella raccontata in Mai dimenticare, il nuovo romanzo di Michel Bussi, in libreria dal 9 novembre per Edizioni E/O.
Fa freddo quella mattina, a Yport; la strada è scivolosa, il vento sferza il volto e il respiro si fa corto, ma un ragazzo di nemmeno trent’anni, che al posto della gamba sinistra ha una protesi di carbonio, non rinuncia al suo allenamento. Jamal vuol diventare il primo atleta paralimpico a compiere l’Ultra-Trail del Monte Bianco, la gara di corsa più impegnativa al mondo, e per raggiungere questo obiettivo è pronto a sacrificare tutto. Non sa ancora che quel giorno dovrà davvero scegliere, se sacrificare tutto.
Sta salendo lungo il costone di una falesia quando la sua attenzione viene attirata da un particolare; c’è una sciarpa rossa appesa al recinto di un campo. Jamal la sfila delicatamente, la osserva, ne rimira la fattura, la trama, la morbidezza, e decide di tenerla con sé, per regalarla magari a un’amica carina.
Riprende a correre tenendo la sciarpa in mano, ma dopo aver percorso solo poche centinaia di metri, qualcos’altro lo fa fermare.
In piedi, sull’orlo della roccia a strapiombo sulla Manica, c’è una ragazza che indossa un vestito rosso, strappato.
È bellissima, e sembra terrorizzata.
Jamal le si avvicina, lei arretra pericolosamente verso il precipizio, lui le tende la sciarpa chiedendole di afferrarne un’estremità e di mettersi in salvo, lei con un gesto improvviso gliela strappa di mano e si getta nel vuoto.
L’atleta scende velocemente lungo la scogliera per raggiungere la spiaggia dove è planato il corpo ormai senza vita della ragazza, e nota un dettaglio inquietante: la sciarpa rossa le cinge il collo, come se durante il salto lei avesse avuto modo di annodarla con cura.
Jamal è sbigottito, quando arriva la polizia vorrebbe spiegare, raccontare i fatti, e invece si ritrova accusato di omicidio.
Inizia così, Mai dimenticare, con una ragazza che gettandosi nel vuoto porta con sé la vita normale di un suo coetaneo, trasformandola in una condanna.
Michel Bussi torna con un noir potentissimo, ricco di colpi di scena, che si muove lungo la linea sottile che separa la verità dalla menzogna, la realtà dall’immaginazione, l’equilibrio dalla paranoia.
L’aspetto psicologico, sempre presente nei romanzi dell’autore normanno, raggiunge qui la sua massima espressione, e ben si collega alla sua attitudine di esplorare, attraverso la scrittura, anche il tessuto sociale nel quale si inseriscono le storie.