L’identikit secco e preciso del protagonista, un giovane robot che anima un romanzo molto “giapponese” nello stile e nella struttura, nei contorni e nel gusto delicato narrativo.
Gli appassionati del Sol Levante troveranno il gusto del racconto adolescenziale nipponico non senza storture e malizie, anzi: raccontato con garbo.
All’inizio, sembra (termine non casuale) che lo scienziato sia un Dio e il giovane robot il suo piccolo Messia in esplorazione, con il compito di portare la felicità ma destinato a misurarsi con le bizzarrie delle emozioni umane.
LA NEUTRALITÀ DELLE BUONE INTENZIONI PORTA DISASTRI.
Il candore artificiale di Rei, che gli impedisce si comprendere le sfumature del linguaggio e la complessità degli atteggiamenti umani, è una specchio della stessa difficoltà delle persone reali.
Piacere, senza sapere come poter ricambiare l’amore.
La difficoltà di comunicare gli stati d’animo e la serena superficialità dei rapporti di circostanza/abitudine.
Ma tutto è davvero come sembra?
Le difficoltà del piccolo robot con la vita reale sono dovute al suo essere meccanico… o c’è altro sotto?
Il racconto in prima persona si frantuma poi diventa fatto di punti di vista multipli.
Non sarà l’unica sorpresa di un romanzo che “parte piano” e cresce ad ogni capitolo, fa dell’ambiguita la sua cifra e trasforma sottilmente il mondo visto da un ragazzino artificiale in un calderone di domande esistenziali.
“In cosa consiste la felicità di un robot?”
I luoghi comuni dei prodotti nipponici ci sono: vita scolastica, feste estive con pesci rossi e fuochi d’artificio, ragazzini problematici, laboratori fantascientifici.
E poi arriva il ping pong. Dove si sente la passione dell’autore, lo sport come crescita e strumento di relazione, di confronto e di generatore/banco di prova di paure e ansie.
Fino a un punto in cui qualcosa di improvviso spezza ogni certezza…
IL GIOVANE ROBOT È UN ROMANZO CHE SCORRE LIEVE COME UN PICCOLO TORRENTE E CHE SA SCAVARE NELLE EMOZIONI CON PROFONDA DELICATEZZA.
Arrivati nella parte finale, sarà durissima trattenere le lacrime e non soffrire per qualche pugno nello stomaco assestato con grande mestiere, nonostante l’autore Sakumoto sia alla sua prima prova strutturata dopo molte esperienze sul web.