Una esordiente giovane scrittrice belga, Lize Spit, scrive “Si scioglie”, un romanzo davvero forte, potente, crudele, che interroga tutti noi, ancora una volta, sulla pressione psicologica e fisica che ragazzine inconsapevoli possono subire, generando reazioni che sono capaci di distruggere vite, famiglie, intere comunità, reazioni da cui nessuno esce innocente.
Il romanzo comincia in modo quasi leggero, raccontando l’infanzia di tre amici, Laurens, Eva e Pim, inseparabili compagni di scuola, autodefinitisi i Tre Moschettieri, che vivono in un piccolo villaggio non troppo distante da Bruxelles. Eva vive con i genitori alcolisti e con i due fratelli, Jolan e la piccola Tesjie, che presto si rivelerà preda di una sindrome psichiatrica grave; Pim invece vive in una fattoria, ed insieme al padre e al fratello Jan si occupa della mungitura delle mucche. Laurens è il figlio del macellaio del paese, e la sua grassa madre dietro il banco confeziona la carne e gli insaccati che nutrono l’intera comunità.
Era il luglio del 2002, i ragazzi avevano circa dodici anni, e apparivano innocenti. Ora invece, siamo ai giorni nostri, Eva riceve un biglietto d’invito per una strana festa: Jan, che era morto in un drammatico e misterioso incidente, avrebbe compiuto trenta anni, e per ricordarlo gli amici si riuniranno nei locali rinnovati della vecchia stalla dove la famiglia ancora vive e lavora. La donna apre il biglietto quasi sconcertata, ma poi, quasi imprevedibilmente, decide di andare. Prima di partire per raggiungere il paese però, mette nel bagagliaio della sua automobile un secchio riempito da un blocco di ghiaccio. Nelle ore successive arriverà a destinazione, nascondendosi alla vista di tutti nel vecchio locale portando con sé il secchio con il ghiaccio.
Da questo momento il romanzo rievoca con orridi dettagli l’infanzia devastante, i drammi che si sono consumati in quel piccolo villaggio, le violenze perpetrate sul corpo di Eva, l’omertà e il silenzio dei suoi persecutori, l’ignavia complice degli adulti, la perfidia della coetanea Elisa, ricca, sprezzante, crudele, il silenzio della chiesa cattolica, che finge di non vedere, la violenza contro la maestra cacciata dalla scuola per le sue scelte sessuali.
Solo nelle ultime righe di questa storia perturbante e crudele, si capisce la ragione del titolo, e certo il lettore non può che rimanere sbigottito del livello di perfezione del congegno narrativo che porta alla soluzione di un tragico gioco, un indovinello con cui avevano giocato, non certo innocentemente, questi adolescenti malati, soli, devastati da insicurezze e angosce che nessuno degli adulti è stato in grado di comprendere e di alleviare. Quando si parla di violenza sulle giovani donne, non potrà mancare “Si scioglie” a testimoniare a quali macabri livelli possa giungere un desiderio maschile precoce ma mal indirizzato, senza freni, senza una educazione adeguata, capace solo di ferire a morte, di uccidere le proprie prede senza la consapevolezza o il pentimento, neppure dopo tanto tempo, quando si è divenuti adulti.
Quel che colpisce di più in “Si scioglie” è la lucidità della voce narrante, Eva, che ora, ad oltre trenta anni, guardando indietro afferma:
“Se vent’anni fa fosse comparsa all’improvviso una versione tredicenne di me e mi avesse detto: «So quel che accadrà, vattene di qui», non mi sarei mossa di un centimetro. Io e Tesije saremmo rimaste lì sedute, non perché eravamo felici, ma perché le cose devono accadere prima di potersene pentire”
Non c’è speranza, non c’è redenzione, non c’è risarcimento, non c’è giustizia nella visione pessimista che Lize Spit ci presenta in questo libro, “oscuro e commovente”, difficile da leggere nelle sue parti più crudeli, purtroppo verosimile nelle dinamiche che troppo spesso riempiono le nostre cronache.