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La figlia maschio [Recensione]

Autore: Erika Pucci
Testata: Versilia Today
Data: 22 ottobre 2017
URL: https://www.versiliatoday.it/2017/10/22/la-figlia-maschio-recensione/

“La figlia maschio” – Edizioni E/O, 2017 – è l’ultimo romanzo di Patrizia Rinaldi, apprezzata scrittrice per ragazzi e per grandi. In questo particolare lavoro, condotto attraverso quattro narrazioni diversificate in punti di vista, complementari, ci porta alla scoperta di Na, la protagonista.

Alla fine degli anni 90 due coppie di amici si recano in viaggio in Cina da dove torneranno con al seguito Na, adolescente cinese dedita all’agricoltura, comprata dall’imprenditore Marino come suo ennesimo trofeo.

L’arrivo di Na è narrato dallo stesso Marino, dalla moglie Felicita, dall’amico Sergio e dalla stessa Na. Tale evento sconvolgerà la vita di tutti e quattro, i quali metteranno in discussione le loro esistenze facendo scelte inattese raccontate con un linguaggio limpido, tagliente e efficace.

Su tutte si erge la personalità di Na che da ragazza senza identità perché non dichiarata alla nascita (come milioni di conterranee) diverrà protagonista di un profondo percorso di rinascita e autodeterminazione, mediante tutti gli strumenti che la vita le mette a disposizione: dal corpo alla cultura per sopravvivere venendo così a cambiare il destino di figlia femmina.

Il romanzo di Patrizia Rinaldi è coinvolgente e penetrante: la storia diventa subito pungente grazie soprattutto alla materia prima ossia la parola. Infatti, accanto a una trama ben sviluppata che si riferisce alla realtà della condizione femminile in Cina, si avvicenda tutta la forza poetica, evocativa e narrativa del linguaggio. Nel romanzo ogni personaggio ha la sua personalissima voce, il proprio sguardo su quanto vissuto che viene trasmesso con grande maestria al lettore attraverso registri diversi, parole ricercate, toni e sfumature che Patrizia Rinaldi dimostra di saper ben maneggiare per regalarci quattro personaggi indimenticabili in una storia forte e in un certo senso necessaria.

Sono le stesse parole dei personaggi nei quattro monologhi che ci mostrano tutta la tenerezza, la brutalità, la solitudine, il senso di sconfitta e di inelettuabile perdita dell’esistenza. Accanto a questi aspetti, la personalità di Na fa da controcanto: una figura femminile che progressivamente, nell’intarsi di sguardi e racconti, viene forgiata per confluire poi nel suo personale racconto che coincide anche con la definitiva presa in mano della propria esistenza. Una grande storia che si fa stimolo generalizzato per quel percorso di consapevolezza e rinascita che accomuna le vicende femminili di ogni latitudine.