Da un'intervista ad Anna Bonaiuto.
Elena Ferrante. Il vostro incontro letterario risale al 1995, quando con Mario Martone ha portato al cinema "L'amore molesto". Poi è diventata la sua voce, leggendo inediti, registrando audiolibri, adesso anche il documentario "Ferrante Fever" di Giacomo Durzi che racconta il delirio americano per la scrittrice.
«Negli Stati Uniti sono pazzi di lei, Jonathan Franzen ed Elizabeth Strout hanno scritto cose molto belle su L'amica geniale, analisi precise e profonde. Il fatto è che non soffrono dell'invidia di cui siamo afflitti in Italia, dove c'è chi non la legge per partito preso. Non le perdonano la scelta talebana di non apparire perché è la dimostrazione controcorrente che si può avere successo anche senza esibire se stessi. I suoi romanzi bastano. Trovo che in questo ci sia un'etica profonda degna del massimo rispetto».