di Anna Bonaiuto, attrice, è la voce narrante di Ferrante Fever.
Sono legata a Elena Ferrante fin dal suo esordio, L'amore molesto, che ho interpretato al cinema nel 1995. Anche allora non si conosceva l'identità della scrittrice, ma nessuno ne parlava. Il successo internazionale di L'amica geniale, ora raccontato nel doc Ferrante Fever, ha portato al centro del dibattito la sua scelta dell'anonimato. Credo che le storie di Ferrante siano più grandi dei dati anagrafici, il suo è un universo variegato e coraggioso, frutto della sensibilità di una donna che sa mettersi in discussione. Come raccontano i grandi autori interpellati nel film, da Elizabeth Strout a Jonathan Franzen, non conoscere il volto di uno scrittore rende protagonista la scrittura. Lo dice lei stessa nel suo La frantumaglia: se vedessimo passeggiare insieme Lev Tolstoj e Anna Karenina, i nostri sarebbero tutti per lei, non per l'autore. Elena Ferrante ha scelto di "scomparire" ancora prima dell'epoca dei social network, dove tutti vogliono marcare la propria presenza. Questa scelta etica fa aumentare la stima che ho nei suoi confronti, e il piacere di leggerla.