Aprire un libro, iniziare a leggerlo e perdersi tra le sue pagine, ritrovando un pezzo di sé in quella storia, riuscendo ad immaginarla visivamente e facendosi avvolgere-travolgere da quel mix di sensazioni che ne scaturisce. Questo è l’effetto che creano le opere di Elena Ferrante, scrittrice italiana che nel 2016 il Time ha inserito tra le cento persone più influenti al mondo (non a caso persino Hillary Clinton è tra i suoi fan). Un’icona contemporanea, la cui identità è legata a doppio filo ai suoi romanzi e nulla più, perché le uniche cose che sappiamo di lei si trovano lì. Nessuno sa chi sia realmente, chi si celi dietro a quel nome-pseudonimo (nonostante le varie supposizioni): un mistero non ha fatto altro che amplificarne il mito.
Il regista Giacomo Durzi ha pensato quindi di fare un tentativo (rivelatosi ben riuscito) e portare al cinema il suo mondo. Il risultato è Ferrante Fever, documentario da lui ideato e scritto insieme a Laura Buffoni (con produzione Malìa con Rai Cinema in collaborazione con Sky Arte e QMI), che uscirà nelle sale cinematografiche (con distribuzione QMI Stardust) come evento il 2-3-4 ottobre.
Un viaggio affascinante che non si limita ad esplorare i territori de L’amica geniale, il suo ciclo cult iniziato nel 2011, ma che va indietro nel tempo fino al suo primo romanzo L’amore molesto (1992) diventato poi un film diretto da Mario Martone o a I giorni dell’abbandono (2002) trasposto per il grande schermo da Roberto Faenza.
I due registi sono tra le special guest del documentario, insieme a Michael Reynolds, Francesca Marciano, Lisa Lucas, Ann Golstein, Sarah McNally, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Jonathan Franzen, Giulia Zagrebelsky. Ognuno di loro parla di Elena e poi c’è chi la legge, come l’attrice Anna Bonaiuto, che recita alcuni estratti dal suo saggio La Frantumaglia (2003) o la scrittrice Elizabeth Strout che ci propone il capitolo 51 di Storia di chi fugge e di chi resta (L’amica geniale volume terzo, 2013).
Ferrante Fever è un documentario prezioso, che ci restituisce la vera immagine di Elena Ferrante, quella che passa dalle emozioni.