Il canto degli innocenti è il primo titolo della serie I canti del male. Autore è Piergiorgio Pulixi che crea anche il personaggio del commissario Vito Strega, protagonista indiscusso di questa nuova serie crime. La particolarità sta nel fatto che fin da subito sappiamo che Vito Strega è stato sospeso dal servizio per un’indagine interna – la morte accidentale di un collega – e per essere reintegrato dovrà fare delle sedute di psicoterapia. Alle quali, ovviamente, il buon Vito Strega, che è anche laureato in psicologia, non vuole certo sottostare. Come farà, quindi, il commissario a portare avanti le indagini? L’espediente narrativo scelto da Pulixi ne Il canto degli innocenti incuriosisce al punto giusto per appassionare alla lettura anche chi non è proprio un fan di gialli e noir.
I delitti de «Il canto degli innocenti»
Sappiamo anche fin da subito chi sono gli assassini de Il canto degli innocenti. Si tratta di adolescenti, tanto ragazzi quanto ragazze, che uccidono, con efferata crudeltà. Ogni adolescente uccide una persona, in momenti diversi, e poi non scappa, si fa trovare sul luogo del delitto per essere arrestato. Ma nemmeno spiega il perché del suo folle gesto.
Un paio di omicidi possono essere una coincidenza possono essere una casualità, ma poi quando iniziano ad aumentare risulta evidente che ci sia una sorta di mente dietro a tutto. Almeno così crede Vito Strega, ma i suoi superiori non vogliono saperne preferendo pensare a emulazione e nulla più. Tra l’altro, come dicevamo, Strega non può condurre le indagini perché è sospeso. Anzi, non può fare proprio un bel nulla, se non affidarsi a qualche collega che, sottobanco, gli passa le informazioni. Del resto la bravura di Vito Strega è risaputa, ma non si può certo rischiare di far invalidare tutto coinvolgendolo nelle indagini.
Le altre storie
Se quella dei delitti è la storia principale, nel libro Il canto degli innocenti si intrecciano molte altre storie. Quella personale di Vito Strega, in primis, con un matrimonio che è finito e ricerca di una «normalità» che, però, sembra non arrivare mai. Così ci sono incontri con donne – colleghe o meno –, ci sono i vicini di casa, c’è la sua gatta Sofia. C’è, naturalmente, il suo passato.
Abbiamo anche altri delitti, come quello del «serial killer delle Barbie». Inoltre ci sono spiragli di quelle che potranno essere altre storie che prima o poi Piergiorgio Pulixi ci racconterà. E poi c’è la musica – il jazz – colonna sonora de Il canto degli innocenti (oltre ai tanti libri che Vito Strega legge e consiglia di leggere).
Una lettura che ammalia
Lo stile di Piergiorgio Pulixi – che abbiamo avuto l’occasione di intervistare su queste pagine – è ammaliante: a una prima lettura potrebbe sembrare che scriva in maniera «facile», ma leggendolo con attenzione si percepisce tutto il lavoro che c’è dietro il testo, le letture di cui si è nutrito e la capacità di trasmettere tutto con le parole.
Intrigante, a mio modo di vedere, il commissario Strega che, sebbene sia delineato con alcuni elementi classici e un po’ visti del «geniale investigatore», si presenta soprattutto come un uomo di cultura e dalla forte statura morale.