In La scelta del buio (Piergiorgio Pulixi, E/o, 2017, 188 pagine, 13,60 Euro) secondo atteso capitolo de I canti del male, il commissario Vito Strega, un omone di un metro e novantacinque, ex ufficiale, ex membro dei servizi speciali dalla vita familiare incasinata, rientra finalmente in servizio attivo in polizia, riabilitato dopo l’inchiesta disciplinare che lo aveva coinvolto per la morte di un collega.
Incensato dai media ma ancora considerato peggio di un assassino dai colleghi, è stato trattato come appestato, ed evitato ed emarginato dal suo superore e nemico commisario Jovine. Ma il vice questore Palamara, l’unico dirigente che si è schierato senza dubbi dalla sua parte, la pensa altrimenti e, sottraendolo alle fusa di Sofia, il suo gatto e vero padrone in casa loro, gli affida l’indagine sull’improvviso suicidio di Roberto Larocca, un poliziotto, uomo ormai vicino alla pensione, brusco, solitario ma molto attaccato al lavoro.
Strega conosceva appena Larocca, ciò nondimeno forse poiché sente una certa affinità caratteriale con il morto, ha seri dubbi che lo costringono a guardare il pseudo suicidio del collega da un’altra prospettiva. E qualche minima traccia si trasforma in piccoli ma vitali dettagli inattesi. Che caso stava seguendo Larocca prima di morire? Un vecchio caso legato allo sfruttamento e allo smercio della prostituzione e mai chiarito a fondo. E allora saltano fuori tanti dubbi, verità e bugie.
Un’indagine che si rivelerà molto dolorosa, ma Vito Strega non ama le storie comode e preconfezionate, vuole a tutti i costi verità e giustizia, anche a costo di dover pagare di persona.
Ḕ un caso difficile dal quale neppure una straordinaria offerta di lavoro come docente di criminologia (Strega è considerato anche dalle grandi sfere uno dei massimi esperti del settore) riuscirà a convincerlo e distoglierlo dal trovare una soluzione.
I personaggi di Pulixi sono tratteggiati, spesso, in perenne ricerca di certezze e magari in lotta con i sensi di colpa. Anche Vito Strega, generoso fino al midollo, all’apparenza un’indistruttibile roccia con il suo lungo passato di guerriero, in realtà è un uomo fragile, pieno di mancanze affettive. Cerca di vivere come può, con come unico calore gli affettuosi sorrisi della adolescente sua vicina di casa, la graffiante presenza della gatta Sofia e la compagnia della sua musica, che spesso deve alleviargli i cattivi pensieri.
In questo suo La scelta del buio, Pulixi, ci porta per mano in un mondo del male provocato dalla sfiducia nel prossimo, dal desiderio di prevaricare tutto e tutti ai limiti della legalità, coprendo le proprie colpe a ogni costo. Insomma quando il vero male, quello dell’anima, rende complici e schiavi.
I suoi personaggi anche stavolta sono tutti provati, compreso e soprattutto Strega che sta subendo, tutta una ridda di situazioni negative...
Il buio è dentro e intorno a questo particolare suicidio. Ma chi lo conosce tace . Una costruzione a incastro come un puzzle maledetto, scritta come mi aspettavo da lui, con il suo solito stile affilato ed efficace, illustrato dai dialoghi calibrati e incisivi.
Un altro viaggio nella morte e nel male, con Pulixi in veste di Caronte, nel buio che tutti noi nascondiamo dentro, quella zona d’ombra che potrebbe diventare incontrollabile e prendere il sopravvento, perché nessuno è al sicuro.