Massimo Torre nel 2014 ha pubblicato “Chi ha paura di Pulcinella?” a cui ha fatto seguito nel 2015 “Uccidete Pulcinella”; ora torna con “La giustizia di Pulcinella”.
Il sito web lagiustiziadiPulcinella.it funziona a pieno ritmo, indirizzando alla Questura centrale o alla Prefettura, i mancati interventi di Polizia e Carabinieri contro la criminalità, e fornendone precisi riscontri ai giornali, cartacei e digitali, e alle TV. Perché il Pulcinella di Massimo Torre è un burattino ma anche una specie di Batman, un supereroe napoletano, considerato, però, il pericolo pubblico numero uno da chi prevarica gli onesti e i diseredati e da coloro che pensano di asservire il mondo ai propri fini. Insomma questo Pulcinella è un personaggio in carne ed ossa ma anche un bravo tuttofare, esperto di arti marziali e hacker abilissimo, che sa usare al meglio i computer e tutta la moderna tecnologia e che, però, per non farsi riconoscere, porta la maschera di cuoio con il naso a becco di Pulcinella. E come un inafferrabile giocoliere, salta, scherza, attacca, colpisce ed è in grado, lui con pochi alleati, di tenere sotto controllo e proteggere l’intero quartiere Sanità, un realistico microcosmo umano con le sue telecamere monitorate da un’apparecchiatura all’avanguardia, celata in un bunker segreto, nel sottosuolo napoletano. Dunque un uomo pericolosissimo, inviso alla camorra e al potere occulto; un ostacolo da eliminare ad ogni costo.
Ne “La giustizia di Pulcinella”, quindi, il nostro pseudo burattino partenopeo è costretto ad allontanarsi dalla sua città, andare a Roma, e introdursi nell’Archivio Vaticano, dove si celano millenari segreti, per cogliere di sorpresa e catturare Costanzo Filangieri De Candida, vescovo di Napoli, responsabile delle orrende torture inflitte a don Andrea, il suo amico prete, uno dei pochissimi che conosce la sua vera identità. Anche se don Andrea non ha ceduto alla tortura, il vescovo può comunque sapere chi sta dietro al turpe disegno teso ad annientare la sua opera. Pulcinella deve, infatti, fermare ad ogni costo il Muto, uno spaventoso gigante incappucciato, un orrendo e spietato assassino che miete vittime nel rione Sanità, componendo con i cadaveri martoriati dei messaggi incomprensibili e lasciando sempre, scritta con il loro sangue, una precisa sfida rivolta a Pulcinella. Poi, come se non bastasse, deve battersi contro il Club, la potente congrega internazionale di un milionario, alleata della Camorra e rappresentata in Italia da Austin van Veldeken. Il Club, dopo la cruenta dipartita di Fulco Filangeri ad opera di Pulcinella, deve eleggere un nuovo Primo Responsabile per Napoli. Una posizione che fa gola a Rossella Spina, boss del clan degli Arrevotati. Stavolta l’attacco, organizzato dai nemici di Pulcinella, è duro e fatale e colpisce crudelmente anche quanto a lui più caro, tanto che, persino il suo rione, in preda al terrore, sembra volersi rivoltare contro di lui…
Riuscirà lo stesso a far trionfare la sua giustizia contro tutto e tutti?
Il male esercitato dalle lobby è il nemico numero uno di questo straordinario personaggio napoletano che trasuda umanità e nasconde, nella sua straordinaria follia, la fame di giustizia di chi è stanco di sopportare soprusi ed incapace di adattarsi alla violenza dei boss e ai vizi di certa politica.
“La giustizia di Pulcinella” di Massimo Torre è un romanzo per palati raffinati, che prosegue la bella favola della maschera che sa parlare al cuore e alla coscienza di chi voglia capire.