Nella collana Gli Intramontabili E/O ha pubblicato “Seconda generazione” (2016, titolo originale Second Generation, traduzione di Augusta Mattioli), secondo romanzo, dopo “Il vento di San Francisco”, della saga in cinque volumi dedicata alla famiglia Lavette, del celebre scrittore e sceneggiatore statunitense Howard Fast (New York, 1914 - Old Greenwich, 2003), originariamente pubblicato nel 1978.
Howard Fast fu uno degli scrittori americani più amati e prolifici del XX Secolo appena trascorso, infatti la sua sterminata produzione conta più di ottanta volumi fra romanzi, saggi, pamphlet e memoir.
“Uno dei più grandi cantastorie dell’America moderna, un narratore assorbito dal piacere di raccontare, genuinamente sposato alla causa della giustizia e della libertà”
come scrive Giulio Passerini nella postfazione al volume “Il vento di San Francisco”, a causa della sua adesione al comunismo divenne una vittima del Maccartismo. Fast vinse nel 1953 il Premio Stalin per la Pace. Fra le opere più importanti dell’autore, oltre alla saga della famiglia Lavette, ricordiamo “Spartacus” (da cui venne tratto il celebre film di Kubrick con Kirk Douglas), “L’ultima frontiera” e “Il cittadino Tom Paine”. Il grande affresco storico della famiglia Lavette ebbe inizio nel 1977 con The immigrants, cui sarebbero seguiti Second Generation (1978), The establishment (1979), The Legacy (1981) e The Immigrant’s daughter (1985). Bestseller di grande successo tradotti in quindici lingue, le cui storie hanno conquistato milioni di lettori in tutto il mondo. Non a caso il New York Times ha scritto che Howard Fast è stato “uno degli scrittori più indaffarati del ventesimo secolo”.
“Mosso da amore profondo un uomo è coraggioso, con la frugalità diventa generoso, e colui che non desidera sopraffare il mondo, diventa padrone del mondo”.
“Il vento di San Francisco” si era chiuso con due versetti tratti dalla “Via Naturale di Lao-tzu”. Il protagonista della saga, Danny Lavette, aveva abbandonato i suoi sogni di gloria che l’avevano portato a diventare uno degli uomini più importanti degli Stati Uniti, per tornare ad essere quello che era stato quando aveva iniziato la sua scalata al successo. Ora Danny, faceva parte dell’equipaggio di un peschereccio, conduceva una vita semplice e autentica a Westwood, un sobborgo di Los Angeles, insieme alla seconda moglie May Ling, una cinese nata in America, il loro figlio Joseph e i suoceri. La prima moglie di Danny, Jean, erede dell’impero finanziario dei Seldon, non aveva mai dimenticato Lavette, anche se aveva sposato John Whittier, un ricco armatore.
Nel 1934 la seconda generazione dei Lavette era rappresentata dai figli di Danny e Jean, l’idealista Barbara e Tom, interessato a incrementare il patrimonio senza curarsi dei legami di sangue, i quali si apprestavano a vivere anni cruciali che li avrebbero condotti fino alla II Guerra Mondiale.
“Ci sarà la guerra, senza dubbio. La Spagna, poi la Cecoslovacchia, subito dopo verrà la Polonia e infine l’Inghilterra, la Francia, forse l’America”.