Nel terzo libro di Massimo Torre, penultimo della tetralogia già annunciata, ritroviamo il protagonista Pulcinella, celebre maschera della tradizione partenopea.
Pulcinella può essere paragonato a un supereroe, un po’ Batman e un po’ Spiderman, di giorno “tuttaio” in un negozio, che si trasforma in un misterioso personaggio che protegge il suo quartiere, la Sanità, dai cattivi grazie anche alle sue abilità di hacker, alla conoscenza delle arti marziali e al suo compagno Kingo Kongo.
Pulcinella, tra ironia e sberleffi tipici del suo personaggio e un linguaggio dialettale più vicino a uno scioglilingua, si divide tra il Muto di Portici, assassino che uccide nel rione due persone alla volta lasciando messaggi al protagonista, la camorra che spadroneggia, la morte di un suo amico prete che lo porta nei sotterranei del Vaticano e l’amore, un vero problema perché “quando si è innamorati si perde la testa”.
Massimo Torre costruisce una storia ironica ma che mette in luce le difficoltà di un quartiere bello, caratteristico, ma difficile, creando dei personaggi verosimili grazie al periodo passato proprio sul posto per rendere la sua trasposizione veritiera e per descrivere nel miglior modo possibile la fame di giustizia che tanti vorrebbero.