Nessun muro ha mai fermato i criminali. Nessun confine ha saputo fare argine al traffico di stupefacenti, al riciclo di armi, al frullare di denaro sporco. E neanche il nuovo ordine europeo, neanche il sogno di poter vivere in un mondo migliore abbattendo le vecchie frontiere, sembra in grado di fare piazza pulita di piccole e grandi mafie. Di gangster dal volto antico e di faccendieri appena arrivati sotto le luci della ribalta. E allora, non resta che mettere da parte le illusioni e raccontare questo nuovo mondo senza peli sulla lingua. Come fa Veit Heinichen, lo scrittore triestino che arriva dalla Foresta Nera, nel suo nuovo romanzo, il sesto per l’esattezza. Si intitola ”La calma del più forte” (pagg. 331, euro 18), lo ha tradotto Silvia Montis per le edizioni e/o. Arriva nelle librerie martedì e nella stessa giornata, alle 18.30, verrà presentato al Teatro Miela di Trieste in una conversazione tra Massimo Carlotto e l’autore. La serata, organizzata da Libreria Minerva, Cappella Underground, Bonawentura Teatro Miela, Alpe Adria Cinema, con il patrocinio della Friuli Venezia Giulia Film Commission, sarà aperta alle 17 dalla proiezione di ”Commissario Laurenti. I morti del Carso”, e conclusa alle 20.30 da ”Commissario Laurenti. A ciascuno la sua morte”, le due fiction realizzate dalla Ard, il primo canale televisivo tedesco.
C’è ancora Trieste al centro del romanzo di Heinichen. E anche il suo poliziotto preferito, Proteo Laurenti, l’investigatore con il nome di un animaletto cieco che vive nel buio profondo delle cavità carsiche. Si avvicina uno degli appuntamenti più attesi dall’Europa intera: la caduta del confine tra Italia e Slovenia. Anni di tensioni, di divisioni, di nazionalismi contrapposti, finiranno in un cassonetto in quel dicembre del 2007. Diventeranno, in un lampo, ridicoli, anacronistici, superati dalla Storia. Ma c’è chi, dietro le quinte, pensa soprattutto a proteggere i propri interessi. Chi non smette di tramare, di arricchirsi, di uccidere.
o di omicidio. Pina, la poliziotta calabrese della Questura di Trieste che Proteo Laurenti stima e apprezza, mentre pedala in sella alla sua bici, cercando di mantenersi in forma con l’allenamento quotidiano, si ritrova braccata da un cagnaccio. Il quattrozampe sembra addestrato per uccidere. E lei salva la pellaccia per un soffio. A tirarla fuori da quella paurosa avventura è un giovane invalido. Il suo nome è Sebastian, ma tutti lo chiamano Sedem, ha perso l’uso delle gambe in un grave incidente. Però non si rassegna a vivere da paralitico: cavalca, gira a bordo di una carrozzella a motore, cerca di far fruttare il piccolo patrimonio che gli ha messo a disposizione suo padre: il ricchissimo Duke, che si fa chiamare così in onore di Duke Ellington. Un pezzo grosso, a cui non esitano a rivolgersi anche i potentissimi americani quando si tratta di avere una consulenza in materia finanziaria.
o di omicidio. Pina, la poliziotta calabrese della Questura di Trieste che Proteo Laurenti stima e apprezza, mentre pedala in sella alla sua bici, cercando di mantenersi in forma con l’allenamento quotidiano, si ritrova braccata da un cagnaccio. Il quattrozampe sembra addestrato per uccidere. E lei salva la pellaccia per un soffio. A tirarla fuori da quella paurosa avventura è un giovane invalido. Il suo nome è Sebastian, ma tutti lo chiamano Sedem, ha perso l’uso delle gambe in un grave incidente. Però non si rassegna a vivere da paralitico: cavalca, gira a bordo di una carrozzella a motore, cerca di far fruttare il piccolo patrimonio che gli ha messo a disposizione suo padre: il ricchissimo Duke, che si fa chiamare così in onore di Duke Ellington. Un pezzo grosso, a cui non esitano a rivolgersi anche i potentissimi americani quando si tratta di avere una consulenza in materia finanziaria.
Attorno a Duke e a suo figlio, che provano a convivere pur non amandosi, ruota un mondo di doppiogiochisti, di piccoli delinquenti, di grandi intrighi internazionali. Il primo a rimetterci le penne è un imbalsamatore di animali che lavora al Museo di Storia naturale, Marzio Manfredi. Lo strangolano una notte, mentre prova a raggiungere Trieste in treno portandosi appresso un valigione imbottito di scatolette di caviale russo. Una prelibetezza che viaggia di contrabbando, ovviamente. Lui, si scoprirà presto, è soltanto una pedina. Un corriere di quel mondo che organizza incontri violentissimi tra cani addestrati senza pietà. Un pesce piccolo nel grande mare del crimine che valica ogni giorno i confini, senza problemi, anche dove ci sono ancora i poliziotti con le loro sbarre abbassate, con i posti di blocco.
Laurenti capisce presto che per Duke il tempo sembra essere scaduto. Eppure non riesce a evitare che lo ammazzino proprio nella notte in cui italiani e sloveni festeggiano la dissoluzione del confine. Ma chi c’è davvero dietro il misterioso movimento Istria libera? E come fanno a convivere in questo intracatissimo scambio di favori estremisti di destra, trafficanti di droga, boss della finanza, corrotti benpensanti, piccoli vip di periferia e delinquenti incalliti? Tocca a Proteo provare a capirlo, in un romanzo dal finale aperto. Sfuggente, come i giorni che stiamo vivendo.