Difficile non rimanere ammaliati da questo romanzo fluviale e totalizzante, premiato nel 2015 in Francia dal Premio Goncourt e oggi in lizza, nella sua edizione italiana, per il Premio Strega Europeo 2016. Énard è un narratore pregiato, che cattura il lettore grazie al suo stile evocativo e alla suggestione delle terre di cui parla: Palmira, Aleppo, Costantinopoli, Teheran, il deserto persiano. Questi luoghi sono sospesi fra il miraggio del mito e le conseguenze reali di una storia che dal passato rincorre il presente. Sullo sfondo c’è una storia d’amore, quella fra Franz e Sarah, accomunati dai loro studi e dal loro orientalismo, ma anche da una passione che si svela pian piano. In mezzo i riferimenti più disparati alla cultura di una parte e dell’altra del mondo, quasi a voler gettare un ponte, a trovare una sintesi in una frattura, quella fra Oriente e Occidente, tanto attuale quanto ingiustificabile.