Mérida, Messico. Miguel è un bambino bellissimo, così bello che più bello non si può. Santiago, suo fratello maggiore, è un bambino e basta. Passano gli anni, e nulla cambia. Miguel continua a essere bello come il sole e le donne lo idolatrano come fosse un dio; il suo corpo trasuda sesso allo stato puro e lui, prigioniero della sua fisicità, lo asseconda facendo vibrare la carne vogliosa delle ragazze che gli si parano davanti, in una processione scomposta e frenetica. Invece Santiago, che continua a essere uno qualunque, il sesso fa fatica a viverlo se non tra le cosce rassicuranti di una non più giovane prostituta, convinto com’è di non potere aspirare a nulla di più, anzi di essere lui stesso il nulla agli occhi di tutti, a cominciare da quelli dei suoi genitori, di suo padre in particolare, che ha posto Miguel sempre al primo posto, al centro di tutto. Miguel e Santiago sono due esseri inquieti, il primo alla ricerca disperata di una libertà che gli sembra irraggiungibile, il secondo chiuso nel pesante bozzolo della sua insicurezza, in attesa di trasformarsi in una leggiadra farfalla. Miguel e Santiago sono due fratelli vicini e distanti, che si amano e si odiano perché si considerano reciprocamente la causa delle loro profonde e (all’apparenza insormontabili) sofferenze…
Massimo Cuomo ha cesellato un romanzo che è davvero una meraviglia. Meravigliosa è la descrizione dei personaggi, fatta in un crescendo di dettagli che ne illuminano i corpi rendendoli chiarissimi, quasi reali. Un incontro di occhi che si indagano curiosi, di mani che si toccano e che percuotono, di pieghe epidermiche che si compenetrano con una forza ardente. Meravigliosa è la rappresentazione dei luoghi che ospitano le vite dei protagonisti e di coloro che gli ruotano attorno, epicentro di odori, di colori, di paesaggi che mozzano il fiato per la viva concretezza che li accompagna. Meraviglioso è il racconto delle anime che vivono tra le pagine, un groviglio di emozioni disarmanti. Amore e odio, sofferenza e gioia, apatia e passione danzano, cercandosi, rincorrendosi, abbracciandosi, respingendosi, e il loro danzare scava in profondità, forgia, logora, uccide e resuscita queste anime disperate e disperanti. Meravigliose sono le parole che si lasciano modellare da Massimo Cuomo. Crude e delicatissime, opprimenti e liberatorie, incantevoli e spaventose, malinconiche e vivaci, ossimori che combaciano alla perfezione, perfetti per raccontare la meraviglia dalle mille sfaccettature che racchiudono. E allora: chapeau, monsieur Cuomo.