Arricchito da una copertina dipinta dal padre dell’autore, arriva in libreria Nero di mare, secondo romanzo di Pasquale Ruju, che giunge a un anno di distanza da Un caso come gli altri, sempre per Edizioni e/o.
Per fortunata coincidenza o per una bene accolta catalisi è un momento tanto fortunato quanto produttivo per molti sceneggiatori dell’albo a fumetti Dylan Dog, che trovano nel romanzo thriller un secondo canale di sfogo alla loro verve creativa.
Barbara Baraldi con Aurora nel buio, Paola Barbato con Non ti faccio niente e ora Pasquale Ruju con Nero di Mare: sono tutti segni di un crescente e inarrestabile interscambio fra media e generi, nel segno di una narrazione mai così fluida, plastica e intercambiabile come ora.
In Un caso come gli altri Pasquale Ruju ci aveva trascinato con sapienza dentro un ambiente ristretto e una sfida letteraria non da poco: due donne diverse fra loro, una nelle vesti di arrestata e l’altra nei panni di sostituto procuratore. Fra loro un fitto interrogatorio-confessione che ha convinto i lettori e mostrato agli addetti del settore che le capacità di Ruju sorpassano i confini fra fumetto e romanzo.
In Nero di mare lo svolgimento è forse più convenzionale, ma l’impatto dello stile rimane alto e l’autore ha l’opportunità di mettere in scena più di un angolo della sua terra natia, dall’aspra e a tratti ancora selvaggia natura della Barbagia fino alla scintillante e ostentata ricchezza della Costa Smeralda.
Franco Zanna ha perso tutto. Circostanze drammatiche lo hanno costretto a lasciare il suo incarico di giornalista e fotoreporter, allontanarsi dalla sua città e dimenticare la donna che amava. Persi i tre elementi che caratterizzavano la sua vita, Zanna non ha più una identità vera e propria e si rifugia a Porto Sabore, nel settentrione della Sardegna, per dimenticare il passato, leccarsi le ferite e trovare un nuovo modo per vivere o, perlomeno, vivacchiare.
Nella sua nuova casa Zanna cerca di barcamenarsi fotografando coppiette clandestine e vip in vacanza, il pallido fantasma di quel che faceva un tempo per guadagnarsi da vivere. A confortarlo e cercare di consigliarlo e guidarlo troviamo la saggia barista Cosima e lo zio Gonario, un bandito ormai in pensione da tempo, che tratta il nipote come se fosse un figlio.
Ma il passato è accovacciato come una pesante scimmia sulle spalle di Franco, una scimmia che gli sussurra rabbia nel cuore e sete di alcol sulle labbra, e l’esistenza a Porto Sabore è solo imitazione di vita per chi ha perso tutto e ora arranca vinto e spezzato.
Quando però spunteranno un’affascinante ragazza dai capelli rossi, una figlia ritrovata e un gruppo di criminali tanto ben vestiti quanto male intenzionati, Franco scoprirà che un uomo vinto ha comunque un enorme vantaggio: non ha più nulla da perdere.