Televisione e libri: un binomio che in alcuni casi ha funzionato negli anni d’oro del medium e fino ai primi anni Duemila, ma che ora non funziona più. Nei grandi paesi europei, quei mercati maturi del libro in cui si legge più che da noi, non va diversamente dall’Italia. Trasmissioni gloriose che facevano milioni di spettatori hanno chiuso per sempre. Resistono altre, più di nicchia; si va in cerca di formule più pop; ci si aggrappa agli spazi culturali nei talk show della sera. Ma se si vuole capire cosa fa vendere i libri e crea un best seller, per il prossimo futuro è meglio guardare altrove.
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Il fenomeno più interessante tuttavia sembra essere un effetto collaterale della febbre da serial che ha contagiato tutti. La serie cult di Netflix “13” nasce dall’omonimo bestseller per young adult scritto da Jay Asher, e fa tuttora lievitare le vendite del libro. Mentre la serie “The Handmaid’s Tale” ha rimesso sotto i riflettori quel gioiello distopico che è “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood, un libro del 1985. In Gran Bretagna ha scalato le classifiche non appena le puntate sono andate in onda. È facile ipotizzare che accadrà lo stesso quando sarà trasmessa “L’amica geniale”, il progetto Rai-Hbo tratto dalla quadrilogia di Elena Ferrante. Le vie del libro sono infinite ma a quanto pare non passano più per la tv generalista.