Sono stata all’Isola del Giglio solo una volta, quando era bambina, ma non mi ricordo molto. Nella mia testa ho solo qualche ricordo confuso del viaggio in traghetto e dei delfini che giocavano sulla scia lasciata dai motori.
Avevamo visto i delfini la mattina. Siamo stati dietro i loro dorsi lucidi con il gozzo per una buona mezz’ora, poi andavano troppo lontano e babbo doveva rientrare. Per me era la prima volta.
Le immagini più recenti che ho in testa dell’Isola del Giglio sono quelle che abbiamo tutti: un’enorme nave da crociera rovesciata su un fianco, proprio a ridosso della costa. Un’isola piccola, che in una notte di inverno si è trovata ad affrontare una grande tragedia che rimarrà per sempre nella storia del nostro paese.
Isole minori di Lorenza Pieri, pubblicato da edizioni e/o, parte proprio con dei delfini, quelli che Teresa vede per la prima volta una mattina dell’agosto del 1976, quando è in barca con suo padre proprio attorno all’Isola del Giglio.
Teresa e sua sorella maggiore Caterina vivono sull'isola anche d’inverno, insieme ai genitori, Elena detta La Rossa e Vittorio, che gestiscono un albergo. All'inizio del libro Teresa è una bambina di quasi sei anni, ancora non sa leggere e ancora non ha perso l’incanto verso il mondo: crede a tutto quello che sua sorella maggiore, più arrogante e più schietta di lei, le racconta; e ama quell’isola e quel mare, e non riesce a concepire l’idea di non viverci più.
Ma poi gli anni passano, Teresa e Caterina crescono, sempre più distanti eppure comunque legate, e la storia personale si mischia alla storia italiana, da cui l’isola del Giglio in qualche modo non sembra nemmeno venire sfiorata. Entrambe se ne sono andate e, mentre Caterina anche da grande dell’isola non vuole più saperne niente, Teresa ne sente il richiamo. Ci torna d’estate, ci torna a trovare ogni tanto il padre, rimasto lì da solo insieme a pochi altri abitanti. E poi ci torna quando sulla terraferma sembra non avere più altre possibilità.
«Sono tutti problemi minori rispetto al fatto che a Roma senza lavoro non puoi stare e quindi una decisione la devi prendere. O trovi in tempi rapidi un altro lavoro o fai qualcos’altro. Ed è arrivato il momento di fare qualcos’altro, la cosa migliore, quella che rimandi da anni aggrappandoti a scuse un po’ codarde».
«Non sono scuse codarde, sono io, la codarda».
«Ti dico solo un’ultima cosa, con tutto l’amore di sorella che ho: l’errore più grosso sarebbe tornare al Giglio».
Il Giglio per lei è un rifugio, un porto sicuro, dove sa di non avere prospettive ma anche di non dover temere niente, perché ne conosce fin troppo bene le caratteristiche. Fino a una notte d’inverno, in cui una grande nave da crociera porta la storia sull'isola e ai suoi pochi abitanti, facendo crollare tutte le certezze e cancellando, in un colpo solo, tutti quello che il Giglio ha significato per Teresa.
Isole minori di Lorenza Pieri è un romanzo molto bello. Attraverso la storia di Teresa e della sua famiglia, racconta anche la storia dell’Italia degli ultimi quarantanni e di come questa possa, a volte in modo più netto altre solo di sfuggita, segnare la vita di chiunque. Sì, anche di chi vive in un’isola piccola, un’isola minore, che sembra vivere solo d’estate e che nei mesi invernali cerca solo di tirare avanti.
Oltre alle descrizioni del paesaggio, protagonista indiscusso del romanzo insieme a Teresa, di questo libro ho amato soprattutto le dinamiche di questa famiglia e il rapporto tra le due sorelle: l’isola maggiore, Caterina, che si mette in discussione tutto, che critica, che si ribella, che odia il Giglio con tutta se stessa e che non capisce come qualcuno ci possa voler tornare; e l’isola minore, Teresa, che sembra sempre lasciarsi un po’ trasportare dagli eventi, che da bambina si lascia facilmente abbindolare dalla sorella (o almeno le fa credere di farlo), che anche da adulta fatica a trovare il suo equilibrio e che al Giglio, invece, non può fare a meno di tornare.
Isole minori è un romanzo molto intenso, caratterizzato da uno stile narrativo in grado di adattarsi alle diverse età della protagonista e, in qualche modo, di crescere con lei. È un romanzo che è sì una saga famigliare molto bella, ma anche uno spaccato della storia del nostro paese, vista da una prospettiva diversa, che sembra minore ma che minore non è.