Il racconto che si fa immagine, un “cambiamento radicale“: così la scrittrice Elena Ferrante, intervistata dal New York Times, sul progetto Hbo – Rai, diretto da Saverio Costanzo e prodotto da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside e Domenico Procacci per Fandango, che porterà sul piccolo schermo L’Amica Geniale, sua quadrilogia bestseller. I personaggi, Napoli, il rione, raccontati nei quattro volumi «lasciano il mondo dei lettori per entrare in quello molto più vasto dei telespettatori, incontrano persone che non hanno mai letto di loro e che per circostanze sociali o per scelta non l’avrebbero mai fatto», spiega l’autrice, la cui identità resta misteriosa anche se secondo un’inchiesta del Il Sole 24 ore si tratterebbe di Anita Raja, moglie dello scrittore napoletano Domenico Starnone.
La storia è quella di Lila e Lenù, due amiche nate e cresciute in un rione malfamato del capoluogo campano e delle loro vite che, pur prendendo percorsi diversissimi, restano sempre indissolubilmente legate in un intrigo di sentimenti che le rende affini e opposte allo stesso tempo, bisognose l’una dell’altra ma anche desiderose di emanciparsi, dalla propria realtà di miseria ma anche da un’amicizia che porta con sé tutta la complessità di un rapporto profondo, in cui convivono intesa, complicità, comprensione profonda ma anche odio, gelosia, senso di inadeguatezza e di inferiorità. Il tutto in un arco temporale che spazia dagli anni 50 – la loro fanciullezza – fino ai nostri giorni. Per i 32 episodi della serie tv, le due protagoniste saranno scelte dalla strada: «I bambini attori ritraggono i bambini come gli adulti immaginano che dovrebbero essere. I bambini che non sono attori hanno qualche possibilità di uscire dallo stereotipo, specialmente se il regista è capace di trovare il giusto equilibrio tra realtà e finzione» sottolinea Ferrante.
L’Amica geniale è infatti per la sua autrice non una favola ma «un racconto realistico. È l’infanzia a essere colorata di elementi del fantastico, e sicuramente lo è anche Lila. Per quanto riguarda la fedeltà al libro, mi aspetto ci sia compatibilmente con le necessità del racconto visuale, che usa differenti strumenti per ottenere gli stessi effetti» spiega Ferrante che non partecipa direttamente alla stesura della sceneggiatura scritta da Francesco Piccolo e Laura Paolucci, ma sta preparando note dettagliatissime con suggerimenti per il set e i copioni.
E sull’immagine della città che emergerà dalla serie, sottolinea :«Le città non hanno un’energia propria. Deriva dalla densità della loro storia, dal potere della loro letteratura e delle loro arti, dalla ricchezza emozionale degli eventi umani che vi hanno luogo. Spero che il racconto visivo provocherà emozioni autentiche, sentimenti complessi e anche contraddittori. Questo è ciò che ci fa innamorare delle città» precisa la scrittrice, inserita dal Time nella lista dei personaggi più influenti del Pianeta nel 2016. Ferrante non è nuova a vedere le sue opere tramutarsi in immagini: dal suo L’amore molesto è stato tratto il film omonimo del 1995 diretto da Mario Martone e da I Giorni dell’abbandono, la pellicola del 2005 di Roberto Faenza. Con la tv però si va a toccare un pubblico ancora più ampio e la serie è ora attesissima, anche perché la quadrilogia è stata un vero e proprio editoriale, soprattutto Oltreoceano dove l’ultimo volume Storia della bambina perduta, è stato inserito dal New York Times tra i dieci migliori libri del 2015.