Sono giorni di maggio, giorni in cui si alterna un caldo soffocante ad un gelo con contorno di acquazzone che ti ghiaccia le ossa: sono i giorni del Salone del Libro di Torino. Anno particolare questo, per una svariata quantità di motivi: 30esimo anniversario del Salone, così come lo conosciamo noi Torinesi e così come lo ricordano anche tutti quelli che a Torino non ci vivono, ma che vengono in visita ogni anno a maggio, proprio per regalarsi 5 giorni di emozioni.
Chissà se poi andrà davvero a finire come tutti temono, che il Salone finisca in un gigantesco pentolone e che Milano lo inglobi nella sua organizzazione cittadina. Staremo a vedere, ma intanto ci godiamo questi 5 giorni di incontri, conferenze, personaggi, opinioni, e libri, tanti tanti tanti libri. Code interminabili? No, grazie alla fenomenale organizzazione che permette di smaltire la fiumana di gente che arriva a tutte le ore con semplicità e senza eccessive attese.
Dunque, quanto di terminano i controlli di borse e zaini e ci si fa obliterare il biglietto, nel momento in cui il piede varca quella soglia, ci si scrolla di dosso tutto quelle che sono le preoccupazioni, le ansie, le agitazioni per gli esami, tutto: ora c’è solo la carta stampata che la fa padrona, dentro il Salone e dentro di noi. Assai abbondanti gli incontri con scrittori e scrittrici, ma quest’anno anche con quelli che fisicamente non si proprio chi siano: SalTO dedica due incontri (uno durante la mattinata di venerdì 19 maggio e l’altro nella mattinata di sabato 20 maggio, entrambi nella sala blu) ad una delle scrittrici più emblematiche oltre che di successo del XXI secolo, ossia Elena Ferrante.
Organizzati in collaborazione con la casa editrice e/o, si dialoga su uno dei casi letterari principali del mondo e soprattutto del suo più importante scritto “L’amica geniale”. Un romanzo che attinge a piene mani dal ‘900, ma che è nato e cresciuto nei nostri giorni, durante il quale i personaggi dialogano continuamente tra di loro come se si interfacciassero utilizzando i social, ma mai ne viene citato uno. Modera l’intera conversazione Loredana Lipperini, che prima di rivolgere alcune domande ad altre donne scrittrici sedute a fianco a lei, sostiene che Elena Ferrante abbia riconsegnato entusiasmo e passione ai lettori e alle lettrici italiane.
La prima a cui si rivolge è Tiziana De Rogatis, insegnante presso l’Università per gli stranieri a Siena, alla quale viene chiesto cosa significa per lei leggere Elena Ferrante: con estrema sincerità, risponde che principalmente per lei rappresenta la ripresa di una narrazione popolare e geniale. Quindi questo comporta una prima lettura del tutto privata e personale, dove si va a “dragare i fondali bassi della letteratura” attraverso una trama corposa dove ogni singolo evento viene valorizzato e messo in una posizione centrale. In questo modo Elena Ferrante dimostra di voler avere dei lettori, nel più altro numero possibile. In secondo luogo, per Tiziana leggere questa scrittrice vuol dire riscoprire l’amicizia tra le donne: proprio così si analizza un tratto della nostra esperienza vissuta, che viene trasformato in qualcosa di simbolico a livello femminile.
Qui si parla di un’amicizia spiazzante, diversa e fatta di emancipazione, autentica proprio perché impura e brutale. Infine, Elena Ferrante vuol dire Napoli, raccontata nei suoi aspetti più estremi, in cui si vede anche il sottoproletariato che potrebbe rischiare di diventare folklore, ma che non lo diventa mai.
Poi Tiziana si rivolge a Dayna Tortorici, scrittrice e critica letteraria per N+1, chiedendole come considera la complessità dell’amicizia femminile e come valuta la “sua “ Elena Ferrante, letta in inglese: la risposta è molto simile a quella data in precedenza, in quanto anche Dayna ammette che la sua lettura è un’esperienza personale, che ha vissuto la scrittrice come una compagna intellettuale, che parla in maniera brillante ed efficace delle ambizioni femminili, andando a toccare anche la corporeità e l’intellettualità della vita. Inoltre, il linguaggio con cui tutto ciò viene descritto è altamente accessibile e in questo modo chiunque si può avvinare ai suoi romanzi, che oggi come oggi sono in grado di influenzare un pubblico femminile e non solo.